Ma quale blitz. Quirinale, Csm, Consulta

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Il Pdl e tre buone riforme per Enrico Letta

Nella operazione di revisione costituzionale non è possibile, anche da un punto di vista strettamente tecnico, escludere riflessi sul sistema di governo (non di autogoverno, come ebbe a ripetere polemicamente più volte Francesco Cossiga) della magistratura e più in generale sui rapporti tra i poteri e gli ordini dello stato. Nel caso in cui si decidesse per un sistema semipresidenziale alla francese, o anche solo a una elezione diretta del presidente della Repubblica, per esempio, sarebbe necessario ridiscutere la funzione di presidente del Consiglio superiore della magistratura, che la Costituzione attualmente attribuisce a un presidente “politicamente irresponsabile”. Nel momento in cui si dà una caratura più politica al ruolo del Quirinale, la guida del Csm attribuita a un esponente politico violerebbe proprio il principio dell’indipendenza dell’ordine giudiziario. Un problema di questo genere si porrebbe anche solo attraverso la modifica della base elettorale per l’elezione del presidente della Repubblica (che già appare discutibile ora, per effetto della torsione della rappresentanza determinata dal premio di maggioranza, che è giustificato per definire le funzioni di governo, ma contraddice il principio di maggioranza reale su cui si basava originariamente l’elezione parlamentare). Lo stesso vale per la Corte costituzionale, che è costituita da membri per un terzo nominati dal Quirinale, in funzione, si dice di “riequilibrio”, che diventerebbe invece il contrario in caso di elezione di un presidente politico. Alla Consulta spetta deliberare sui conflitti tra poteri dello stato, e si rischierebbe di annullarne persino la presunzione di imparzialità se fosse nominata in una quota consistente da un presidente con poteri di governo.

Per queste ragioni e per altre è evidente che la canea suscitata dalla richiesta di parlamentari del centrodestra di mettere questi temi tra quelli in discussione sul tavolo delle riforme istituzionali è puramente strumentale. Resta peraltro da capire che bisogno c’era di inserirle come iniziativa di parte, quando sarebbero emerse  come problema oggettivo nell’ambito di una discussione seria dei temi istituzionali. F.Q.. 29/6