La vittoria di Pirro della Fiom

Categoria: Firme

Pur di indebolire Fiat, la Corte dissacra lo Statuto dei lavoratori

Ieri la Corte costituzionale ha stabilito che l’articolo 19 (primo comma) dello Statuto dei lavoratori è “illegittimo” laddove non prevede che facciano parte delle rappresentanze sindacali aziendali (le Rsa) i sindacati che hanno partecipato alla trattativa del contratto aziendale senza però firmarlo. Questa sentenza – di cui s’attende di leggere una motivazione esaustiva – sembra dare ragione alla Fiom-Cgil e torto a Fiat e ai sindacati metalmeccanici riformisti che hanno accettato i contratti aziendali introdotti da Sergio Marchionne, cioè Uilm e Fim-Cisl.

Ora anche Fiom potrà stare nelle Rsa di Fiat benché quest’ultima sia fuori da Confindustria. La sentenza apre però una breccia nello Statuto dei lavoratori: stabilendo che l’articolo 19 è incostituzionale, rafforza la tesi per cui anche l’articolo 18 sulla libertà di licenziamento può essere drasticamente rivisto; si deduce che lo Statuto non è più “sacro”. La riammissione della Fiom fra le Rsa risulta dunque una vittoria di Pirro rispetto al colpo mortale che la Corte ha inferto allo status di questa legge: un conto è la rappresentanza sindacale aziendale, un altro è la capacità legale di interpretare i contratti aziendali. La norma del codice civile, per cui i contratti si interpretano secondo buona fede, implica infatti che essi vengano interpretati da chi li ha firmati; sicché Fiom non potrà trattare con Fiat per contratti che non la riguardino. La conseguenza pratica della sentenza è quella di allontanare ulteriormente gli investitori stranieri dall’Italia in barba alla presunta utilità dell’alleanza corporativa sindacal-confindustriale e alla pace sociale da essi promessa (e nemmeno realizzata, come dimostrano i dati della Autorità di garanzia per gli scioperi nei servizi pubblici essenziali).

© - F.Q. 4/7