L’adolescenza finisce a trentadue anni

Mutuo, figli, carriera. Svela un sondaggio inglese: i 32 anni

(e mezzo) sono il momento  in cui gli uomini scelgono il taglio di capelli che non cambieranno per il resto della vita

Sondaggio: a quell’età ci si scopre simili ai propri genitori si spengono le voglie di ribellione e si diventa conformisti

CLAUDIO GALLO CORRISPONDENTE DA LONDRA, La Stampa 22/8

Le periodizzazioni della vita hanno dato da vivere a letterati e scribacchini d’ogni tempo. Dall’enigma che la sfinge poneva all’ingresso di Tebe: «Chi, avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, tripede e bipede?», volendo significare la età dell’uomo che da piccolo cammina a gattoni e da vecchio col bastone; alla scansione classica hindu per cui la vita ha quattro fasi: l’apprendimento della morale e della legge (una), la ricerche della ricchezza (due) e del piacere (tre), la ricerca della saggezza (quattro) nella preparazione alla morte; fino alla cinica scansione politica di Churchill: «Se non si è liberali a vent’anni non si ha cuore, se non si è conservatore a quaranta non si ha cervello». 

 Su questa scia infinita, un sito britannico che si occupa di famiglia, «Netmums» avanza l’ipotesi, corroborata alla bell’e meglio da un sondaggio online, che il momento in cui si abbandona la rivolta adolescenziale e si rientra nel conformismo per diventare come i propri genitori è intorno ai trentadue anni.

Nonostante si tratti di un campo in cui vale tutto e il contrario di tutto, le persone interrogate hanno in grande maggioranza individuato alcuni momenti di passaggio da uno stato psicologico all’altro: le pressioni della carriera, l’acquisto di una casa e soprattutto il diventare genitori, tra tutte la più potente causa di trasformazione. 

 Certo, questi mutamenti hanno sempre un senso relativo. Al di là delle scuole, la psicanalisi ci insegna che il tempo interiore non è lineare come quello esteriore ma affiora qua e là nella nostra vita senza alcuna sincronizzazione: è il motivo per cui essere vecchi e infantili insieme sarà ridicolo, ma non è contraddittorio.

Sei persone su sette ammettono di aver notato che intorno ai trent’anni hanno cominciato a trasformarsi nei propri genitori, assumendo atteggiamenti che da adolescenti li avrebbero fatti trasalire.

 La maggior parte hanno detto che la porta che porta all’altro versante coincide con i 32 anni, ma alcuni, uno su dieci, hanno abbassato la soglia a venticinque. Il sito ha chiesto di fornire degli esempi di comportamenti indicativi dl «cedimento», del ritorno nel mondo dei genitori. I più comuni sono stati cose come le discussioni sui presentatori delle trasmissioni per bambini invece che sulle rockstar, il rimproverare al marito di usare un birignao monotono quando parla al neonato.

 Una madre ha ammesso che, quando guida l’auto sulle strade di campagna, le viene da indicare col dito tutti i trattori incrociati, accorgendosi in quel momento di essere sola in macchina. Un padre ha raccontato di aver avuto la sensazione che qualcosa fosse cambiato quando ha trovato la sera la tazza di tè fredda che aveva scordato di bere la mattina. In molti cimiteri lapidi e iscrizioni ricordano gli effetti del tempo che passa: «Eravamo come voi, sarete come noi». Un detto che evidentemente vale anche nel corso della vita.

Solo gli utenti registrati possono commentare gli articoli

Per accedere all'area riservata