Lo eretico e la gauche-stoccafisso

Categoria: Firme

Tutto quel che la sinistra suprematista non perdona a Berlusconi

Silvio Berlusconi è un’eresia vivente della sinistra. Non quella sanculotta dei tagliatori di teste, non quella socialfascista, non quella del grigio apparato comunista, ma pur sempre sinistra. Un eretico. E’ sopra tutto questo che non vogliono vedere, e che non gli perdoneranno mai, gli aspiranti berlusconicidi: dai teorici del suprematismo goscista come Alberto Asor Rosa ai guardiani del moralismo giuridico come Gustavo Zagrebelsky, ai vanitosi cantori liberal e republicones. Estenuati dalle sconfitte subite, salmodiano contro il suo strisciante populismo destrorso mentre odiano nel Cav. quel che hanno sempre invocato dalle loro tribune: la rivolta contro lo Stato omnia potens e la liberazione del desiderio privato, declinate da lui in tutt’altra direzione rispetto alle premesse dogmatiche marxiste o sessantottine. Il craxiano che colora la televisione in bianco e nero e ne fa un presidio scosciato e gay friendly, il cumenda libertino e chansonnier, il brianzolo votato all’intrapresa che con molta furbizia scala la piramide sociale in omaggio alla più ingenua oleografia leftist di conio americano: un tipo così, negli auspici dei suoi arcinemici, andava bene al massimo per finanziare a debita distanza qualche festa dell’Unità lombarda. Diffidavano del bottegaio di provincia che ce l’ha fatta e se lo sono ritrovato a Palazzo Chigi travestito da popolarissimo uomo di governo della destra, impegnato (senza grande successo, invero) a liberalizzare l’Italia, altra pratica avocata a sé dalla sinistra, sorridente accanto a Tony Blair. Orrore massimo, eresia.

Questa sinistra rigida e sorda oggi non sarebbe nemmeno più in grado di ospitare il leggendario arrivo di un Gabriele D’Annunzio dai banchi della destra (“vado verso la vita”), al massimo ha saputo incoraggiare il transito nevrotico di Gianfranco Fini verso la morte politica. Questa sinistra-stoccafisso quando non capisce anatemizza, specializzata com’è nelle guerre civili e nelle lotte intestine, per poi proscrivere chiunque sia sospettabile d’intelligenza con l’allogeno (sul Fatto di ieri appariva già la turba degli “scudi umani” berlusconiani provenienti dalla sinistra). Nel suo basso orizzonte permane inalterata la categoria del deviazionista, che nel caso di Berlusconi assume tinte di sovietismo inconscio: poteva sembrare uno dei nostri ma è invece un malanno della Repubblica, una patologia democratica, una febbre endemica della convivenza civile da guarire senza troppi complimenti verso il popolo sovrano e bovino. Oggi che il Caimano giace invendicato nell’angolo degli sconfitti, dissanguato da una sentenza inappellabile, vorrebbero separare il suo destino da quello della macilenta maggioranza che il partito berlusconiano è chiamato a puntellare secondo un patto inescusabile stretto dal Pd col Caimano medesimo, sotto la scure quirinalizia. Pur di sottrargli la possibilità di lottare per vincere ancora, costringono l’eretico a lottare per la sopravvivenza. Chissà se hanno fatto bene i loro conti.

© - F.Q.di Alessandro Giuli   –   @a_g_giuli