Berlusconi, è il giorno della giunta

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Alfano: "No alla contrapposizione centrosinistra-centrodestra"

Oggi alle 15 la Giunta per le elezioni del Senato inizia l'iter di discussione sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore dopo la condanna in Cassazione per il processo Mediaset.

Qui Enrico Letta. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, è "sicuro" che il Pdl "deciderà per il meglio" e ritiene che "non lascerà la coalizione". Lo ha detto in un'intervista alla Bbc, a margine del forum Ambrosetti, a Cernobbio. Letta ha aggiunto che continuerà a lavorare "sicuro che il governo rimanga in piedi e che i partiti continuino a dare il loro sostegno". Per il premier, in un sistema in cui vige la separazione dei poteri, questo è un problema del Parlamento e non dell'esecutivo: "La legge deve esser applicata e il Senato deciderà in che modo; ma non è un problema del mio governo", bensì del Parlamento.

Qui Alfano. “Giunta Senato, chiediamo un giudizio sulla base del diritto e non sulla base dell'inimicizia storica di questi anni". Lo scrive su Twitter il vice premier Angelino Alfano nel giorno della riunione sulla decadenza di Silvio Berlusconi. No a giudizi "politici" nella Giunta per le elezioni del Senato, no "alla contrapposizione centrosinistra-centrodestra", Silvio Berlusconi venga considerato un semplice senatore e non il nemico storico, si valuti il caso "sulla base del diritto". Così si rivolge al Pd e all'opposizione Angelino Alfano, durante la trasmissione 'La telefonata' di Belpietro. "Noi abbiamo le idee molto chiare", dice il segretario del Pdl rispondendo a una domanda sulle possibili conseguenze qualora il Cavaliere decada da senatore. E ancora: "Il ricorso in sede europea è l'attestazione che il caso non è chiuso". Per il segretario del Pdl e vicepremier, il "punto è che a sinistra forse vedono materializzarsi il sogno di cancellare il leader storico del centrodestra che hanno sempre contrastato. Chiediamo che per il rispetto della democrazia ci siano tutti gli approfondimenti giuridici e non un giudizio sulla base di una inimicizia storica". Angelino Alfano preferisce non rispondere alla domanda se cadrà il governo nel caso la giunta del Senato voterà a favore della decadenza di Silvio Berlusconi: "E' una questione su cui abbiamo già risposto, la nostra linea è chiara, ma dirlo stamattina verrebbe vista come una provocazione. Meglio evitare strumentalizzazioni da parte della sinistra" conclude Alfano.

Qui Quagliarello. "Chiunque affrontasse il lavoro in  Giunta come se fosse una resa dei conti, e provocasse per questo  difficoltà insostenibili al governo, la pagherebbe cara". Lo dice oggi al Corriere della sera Gaetano Quagliariello. Il ministro delle Riforme si rivolge al Pd: "Chiedo a loro, a tutti i membri della Giunta del Senato, di essere disposti" a superare i pregiudizi. Quagliariello si appella alla Giunta del Senato chiamata a decidere su Berlusconi: "Mi appello perché sia intellettualmente onesta".

Qui Stefano. Il ricorso di Berlusconi alla corte di Strasburgo, "sotto il profilo  procedurale è una variabile indipendente, che non produce la sospensione dei lavori in giunta: non ci sono norme né precedenti in tal senso. Rappresenta semmai, un ulteriore atto di cui tener  conto sotto il profilo dei contenuti della difesa che sono certo, il relatore prima e la giunta poi, terranno in debita considerazione". Lo dice il presidente della Giunta per le Elezioni di Palazzo Madama, Stefano, in una intervista al Corriere della Sera.  E sull'ipotesi che si possa votare già in settimana sulla proposta Augello, Stefano ha detto che "tutto è possibile, molto dipenderà dalla proposta che verrà presentata dal relatore e dal dibattito. Nell'ufficio di presidenza del 4 settembre – ha spiegato – siamo convenuti sulla opportunità che sia direttamente la giunta ad autodeterminarsi sugli eventuali appuntamenti successivi al 9, lasciando anche libertà di intervenire subito dopo il relatore a chi si sentirà pronto a farlo".

Qui Confalonieri. "La prova che questa sentenza sia aberrante è che io, che sono quello che firma i bilanci di Mediaset, sono stato assolto due volte. Quello che faceva il presidente del Consiglio nel 2003 è condannato a quattro anni per frode fiscale". Lo dice, al 'Giornale', Fedele Confalonieri. "Non stiamo parlando di altre cose, la frode fiscale e' una cosa ben precisa. E poi questa frode fiscale per un gruppo che ha pagato  miliardi: Fininvest 9 miliardi, Mediaset ha dato 6 miliardi all'erario da che c'e', 7 milioni e rotti avremmo frodato. E in un anno dove poi tra l'altro avevamo pagato 560 milioni di tasse, pagarne 567 non era... Pero' questa e' la giustizia", aggiunge il presidente di Mediaset. G. Ferrara, 9/9