Una fobica legge sull’omofobia

Categoria: Firme

Un testo ridicolo, assurdo e illiberale.

Al Senato toccherà cambiarlo. Il disegno di legge sull’omofobia, approvato giovedì alla Camera con una maggioranza assai ridimensionata rispetto alle attese (il Pdl ha votato contro),  sarà certamente modificato al Senato. Ma già si può considerare l’assurdità di un provvedimento che, per il rotto della cuffia, riconosce una “clausola di salvaguardia” a chi, nell’ambito di “organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto, relative all’attuazione dei principi e dei valori di rilevanza costituzionale che connotano tali organizzazioni”, esprima opinioni sull’omosessualità non gradite al conformismo dei “nuovi diritti”.

In un paese in cui non si assiste a nessuna emergenza omofobia (a meno che non si consideri tale il sostenere, per esempio, che il matrimonio dovrebbe continuare a riguardare un uomo e una donna), vanno dunque tutelati, con norma ad hoc, l’insegnante di una scuola cattolica o il sacerdote che illustri l’idea cristiana di famiglia in un’omelia? Non basta la Costituzione? E il cittadino che sostenesse le stesse posizioni fuori dalle citate organizzazioni allora è perseguibile? Il catalogo dell’assurdo non finisce qui.  E’ stata approvata  anche l’applicazione al reato di omofobia delle disposizioni della legge Mancino sulle discriminazioni per motivi razziali, etnici o religiosi, dall’aggravante per ogni tipo di reato fino alla procedibilità d’ufficio, alle perquisizioni e ai sequestri. Come ha spiegato il costituzionalista Alberto Gambino su Avvenire, significa che si stabilisce per alcune persone una maggior tutela penale in base al loro orientamento sessuale. Una mostruosità giuridica. Il Foglio 22/9

 

Oramai è così: si fanno solo le riforme che riguardano il nostro vivere normale e consolidato e si penalizzano i più per normalizzare i meno. Le riforme che contano intanto non si fanno e per farne una si aumentano le tasse invece di ridurre le spese. Avanti così che andiamo bene. (ri)