Dalla resistenza alla commedia

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Niente bella morte, ci aspetta la bella vita con la destra

moderna. Ma noi siamo di sinistra. Il 25 luglio c’è stato e non c’è stato, Mussolini ha votato l’odg Grandi. E’ 8 settembre: tutti a casa (Letta)

Dalla resistenza alla commedia. Eravamo qui tutti pronti a combattere chissà quali battaglie di dissuasione, per rompere l’accerchiamento carcerario degli arcinemici, con Berlusconi sulla soglia della galera, ed è arrivato il contrordine del Cav., si vota la fiducia. Ha anche aggiunto, perché conosce le regole dell’umorismo, che non è una marcia indietro. Il sospirato e pluriannunciato 25 luglio c’è stato e non c’è stato, e si è frammisto all’8 settembre della destra italiana: tutti a casa (Letta). C’è stato, il 25 luglio, perché un gruppazzo di ex democristiani, più qualche saggio un po’ neocon e un po’ neoteo, ha deciso che la vita continua, la lobby continua, si va a messa con Enrico e si fa una destra moderna per far scordare agli italiani che, complice una lunga fedeltà ad personam, la signora El Mahroug è per tutti la nipote di Mubarak (Andrea’s Version di ieri), ma la bottega ora si mette in proprio e manda in pensione il padrone. Però non c’è stato, questo 25 luglio, perché Mussolini ha votato a sorpresa l’ordine del giorno Grandi. Noi siamo tutti contenti. Eravamo pronti a cercar la bella morte, si fa per dire, faremo la bella vita con le riforme di Quagliariello, l’economia di Sacconi e Lupi, l’ordine pubblico di Angelino, l’agricoltura di Formigoni e la benedizione dell’ex lebbroso Vian (Osservatore Romano) e del volenteroso Carrón. Che quanto è successo implichi un commento politico è per lo meno discutibile. Il varietà è il varietà. Sandrino Bondi ha avuto toni scespiriani, e ne riferiamo. Ma basta?

E’ Berlusconi, bellezza, e non puoi farci niente! Agente del buonumore, ironico e autoironico, egoriferito e magniloquente, importante e irrisorio, grande e microscopico, il Cav., il nostro Cav. di vent’anni di vita bene spesi e inutilmente, si è fatto l’immagine stessa della disperazione e dell’impotenza. Ce n’è di che, perché l’hanno fatto fuori, anzi dentro, con mezzi stranoti. Ma il giorno dopo la fiducia senatoriale, lui consenziente per comprensibile paura, è risibile parlare ancora dell’aggressione maramalda della giustizia faziosa alla politica sovrana. Berlusconi non è stupido: deve avere capito che con il suo voto è passata la teoria secondo la quale il suo è un caso personale, la condanna è definitiva e la vita continua. Peccato. Speriamo rispettino almeno la bandiera bianca.

Una cosa sia chiara, almeno. Siamo sempre stati un po’ colombe, che era il nostro modo di volare come i falchi senza pretendere troppo dall’ornitologia, ma non così. Con la destra lettiana (zio e nipote) avremo professionalmente a che fare per raccontarla, non siamo mai stati un giornale adatto alle epiche antibadogliane (Buttafuoco a parte), manteniamo buoni rapporti personali con tutti, degli opportunisti cogliamo l’aspetto politico e lo analizziamo, ma il nostro cuore, se questa è la nuova destra Europea, batte a sinistra, estrema sinistra. Pretoriani del Cav., fino alla fine, ci apprestiamo a un nuovo inizio, per quel che vale, di cui al momento sappiamo poco. Riferiremo appena possibile. The opera isn’t over until the fat lady sings. L’opera non è finita finché non canta la soprano grassa.

 FQ.Giuliano Ferrara, 2 ottobre 2013 - ore 21:30