la giunta del Senato vota sì alla decadenza di Berlusconi

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 La Giunta delle elezioni a maggioranza ha votato a favore

della decisione di proporre all'assemblea del Senato la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. La decisione assunta in camera di consiglio è stata letta dal presidente Dario Stefano.

E’ durata meno di un’ora nella sala Koch di Palazzo Madama l'udienza pubblica della Giunta delle elezioni e delle immunità del Senato, dedicata alla decadenza di Silvio Berlusconi, dopo la condanna a quattro anni in Cassazione per i diritti Mediaset.

La seduta, che si è aperta con un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell'"immane tragedia" di Lampedusa, è subito iniziata con delle schermaglie quando il presidente Dario Stefano ha respinto una pregiudiziale avanzata da parte di una componente della Giunta, Elisabetta Alberti Casellati (Pdl), non essendo consentite in questa fase. "Non le do la parola" ha tagliato corto Stefano, citando i poteri che gli derivano dal Regolamento dell'organismo.

Stefano ha quindi svolto un excursus tecnico e riepilogativo delle diverse fasi della vicenda. Rilevando l'assenza degli avvocati di Silvio Berlusconi, ha quindi dato la parola all'avvocato Salvatore Di Pardo, che rappresenta il subentrante in Molise al posto di Berlusconi, Achille Di Giacomo, dopo l'eventuale decadenza dal Senato.

Dal canto loro i legali di Berlusconi, Franco Coppi, Piero Longo e Niccolò Ghedini,hanno motivato la loro assenza facendo appello al diritto a un 'giudizio imparziale': "Molti dei componenti della Giunta delle Elezioni del Senato si sono già più volte espressi per la decadenza del presidente Berlusconi. Non vi è dunque possibilità alcuna di difesa né vi è alcuna ragione per presentarsi di fronte a un organo che ha già anticipato, a mezzo stampa, la propria decisione", affermano in una nota. "Nessuna acquiescenza né legittimazione -aggiungono- può essere offerta a chi non solo non è, ma neppure appare imparziale. Il non partecipare era dunque non più una scelta, ma un obbligo. Non vi è dubbio che anche questa ulteriore violazione dei diritti costituzionali e dei principi della Convenzione europea troverà adeguato rimedio nelle sedi competenti".

Intanto è bufera per un commento anti-Cavaliere postato sulla pagina Facebook di Vito Crimi che prende spunto da alcuni manifesti apparsi a Roma. Nel manifesto firmato 'Cuore azzurro', anche questo postato sulla pagina del senatore grillino, c'è la scritta: "Odiato dai poteri forti, amato dalla gente. Silvio non mollare". E sulla bacheca di Crimi appare il commento, con la citazione della fonte, in cui si legge: "Ma vista l'età, il progressivo prolasso delle pareti intestinali e l'ormai molto probabile ipertrofia prostatica, il cartello di cui sopra con 'Non mollare' non è che intende 'Non mollare peti e controlla l'incontinenza'".

Roma, 4 ott. (Adnkronos/Ign) 16:46