Imu, stop e riammissione al decreto sulla prima rata

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per le case di lusso. Accolto il decreto Pd, passa anche quello di

Scelta Civica. Cinque punti in meno per il gettito Iva nei primi otto mesi del 2013

Riammesso l'emendamento del Pd al decreto Imu all'esame della Camera, che prevedeva la riduzione della platea di esenti al di sotto del tetto di una rendita catastale pari a 750 euro per la prima casa, e' stato riammesso. Lo hanno deciso i presidenti delle Commissioni Bilancio e Finanze, il Pd Francesco Boccia e il Pdl Daniele Capezzone. E' stata esclusa solo la parte dell'emendamento che destinava i maggiori introiti derivanti dalla riduzione dell'esenzione al ripristino dell'aliquota Iva dal 22% al 21%. Il testo sara' votato domani.

Sono quindi 321 gli emendamenti al decreto legge Imu che non hanno superato il vaglio delle ammissibilità da parte della commissione Bilancio della Camera. Restano quindi 132 proposte di modifica che dovranno essere esaminate entro mercoledì pomeriggio, quando il provvedimento dovrà approdare in aula. Stop anche alla proposta, sempre del Pd, di tassare gli immobili sfitti al 50 per cento dell'irpef e utilizzare le risorse per sconti alle imprese e agli inquilini.

Così come quello del Pd, ha superato il vaglio delle inammissibilità anche l'emendamento di Scelta Civica che esenta dal pagamento dell'Imu il 70 per cento dei proprietari di immobili e che invece prevede sconti da 200 a 300 euro per il restante 30 per cento. In una nota, si legge infatti che viene sostituita, nell'ambito della disciplina Imu, l'abrogazione della seconda rata a circa il 70 per cento dei proprietari "rimettendo in pista l'imposta per il restante 30 per cento, con sconti però da 200 a 300 euro rispetto al 2012".

Intanto il Dipartimento del ministero delle finanze ha rilevato che nei primi otto mesi del 2013 il gettito Iva ha subito una flessione del 5,2 per cento (pari a meno 3.724 milioni di euro), "andamento che riflette la riduzione del gettito derivante dalla componente relativa agli scambi interni (-2,0 per cento) e del prelievo sulle importazioni (-22,1 per cento) che risentono fortemente dell'andamento del ciclo economico sfavorevole". Il Foglio, 7 ottobre 2013 - ore 16:21

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