Carceri, l'appello di Napolitano per indulto e amnistia

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Il commento del ministro Cancellieri: "Un discorso importante,

lo condivido in pieno"

“Riconsiderare la perplessità sugli atti di clemenza quali l’amnistia e l’indulto" e fare in modo che “gli stranieri scontino la pena nei loro paesi d’origine”, data “la stringente necessità di cambiare prontamente la condizione delle carceri è un imperativo giuridico, politico e morale". Lo ha detto Giorgio Napolitano nel suo messaggio alle Camere sottolineando che oggi la situazione carceraria si presenta “drammatica” e ricordando che “l’intervento delle Camere è un atto inderogabile o lo stato ne sarà corresponsabile”. In particolare il Capo dello stato ha affermato: "Per quanto riguarda l'ambito applicativo dell'amnistia, ferma restando la necessità di evitare che essa incida su reati di rilevante gravità e allarme sociale (basti pensare ai reati di violenza contro le donne), non ritengo che il Presidente della Repubblica debba – o possa – indicare i limiti di pena massimi o le singole fattispecie escluse. La "perimetrazione" della legge di clemenza rientra infatti tra le esclusive competenze del Parlamento e di chi eventualmente prendera' l'iniziativa di una proposta di legge in materia".

PERCHE' L'AMNISTIA E L'INDULTO - Ha proseguito Napolitano: "L'opportunità di adottare congiuntamente amnistia e indulto (come storicamente è sempre avvenuto sino alla legge n. 241 del 2006, di sola concessione dell'indulto) deriva dalle diverse caratteristiche dei due strumenti di clemenza. L'indulto, a differenza dell'amnistia, impone di celebrare comunque il processo per accertare la colpevolezza o meno dell'imputato e, se del caso, applicare il condono, totale o parziale, della pena irrogata (e quindi – al contrario dell'amnistia che estingue il reato – non elimina la necessità del processo, ma annulla, o riduce, la pena inflitta)".

GLI EFFETTI DERIVANTI DA AMNISTIA E INDULTO - Per Napolitano "La rilevante riduzione complessiva del numero dei detenuti (sia di quelli in espiazione di una condanna definitiva che di quelli in custodia cautelare), derivante dai provvedimenti di amnistia e di indulto, consentirebbe di ottenere il risultato di adempiere tempestivamente alle prescrizioni della Corte europea, e insieme, soprattutto, di rispettare i principi costituzionali in tema di esecuzione della pena". La Corte europea ha infatti dato tempo all'Italia fino al 28 maggio 2014 per mettersi in linea con gli standard comunitari.  

IL MOTIVO DELL'INTERVENTO DEL CAPO DELLO STATO - "Se mi sono risolto a ricorrere a questa facoltà – ha spiegato il Capo dello stato – è per porre a voi con la massima determinazione e concretezza una questione scottante da affrontare in tempi stretti". Il presidente della Repubblica ha poi sottolineato l’esigenza di “pene alternative e processi rapidi”, compreso l’impiego di “soluzioni domiciliari e la depenalizzazione di alcuni reati” dal momento che fino ad adesso lo Stato si è rivelato “incapace di garantire i diritti dei  carcerati”. Nell’indicare le due "diverse strade da percorrere congiuntamente", Napolitano ha però subito tenuto a sottolineare che si tratta di un pacchetto "insufficiente rispetto all'obbiettivo di ottemperare tempestivamente" alle sentenza della corte di Strasburgo perché "inciderebbero “pro futuro” e non consentirebbero di raggiungere in tempi brevi il traguardo indicato dalla corte Europea". Per Napolitano “ lo stop al sovraffollamento è un dovere costituzionale”.

IL COMMENTO DEL MINISTRO CANCELLIERI - Dopo il messaggio del presidente della Repubblica, immediato il commento del ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, che lasciando l'Aula di Montecitorio ha dichiarato: "Ritengo che ora, di fronte a precisi obblighi di natura costituzionale e all'imperativo – morale e giuridico – di assicurare un "civile stato di governo della realtà carceraria", sia giunto il momento di riconsiderare le perplessità relative all'adozione di atti di clemenza generale". Per Cancellieri quello che il Capo dello Stato ha inviato alle Camere è "un discorso importante, denso di significato, bello, molto bello. Lo condivido in pieno". "C'è un problema di sovraffollamento carcerario", ha aggiunto Cancellieri, "sul quale anche l'Europa ci chiede di dare risposte" e bisogna fare in modo che "alla riforma che stiamo mettendo in atto corrisponda un alleggerimento".

Alla domanda sul riferimento del presidente Giorgio Napolitano alle misure dell'amnistia e dell'indulto, il ministro Cancellieri ha risposto: "E' una iniziativa che spetta al Parlamento". Infine, sull'alto numero di detenuti stranieri nelle carceri italiane, il ministro Cancellieri ha spiegato: "E' un tema complesso perché, se è vero che i detenuti stranieri possono scontare la pena nei paesi di origine, è pur vero che senza la loro volontà non possono essere trasferiti. Ci vogliono intese con quei paesi dai quali provengono la maggior parte dei detenuti stranieri e a questo stiamo lavorando.

Il Foglio, 8 ottobre 2013 - ore 16:32