L’ipocrisia della “costituzione più bella del mondo”
Ora basta con l’ideologica difesa della Carta costituzionale! Lavoriamo insieme per aggiornarla
Il professor Angelo Panebianco stamattina sul Corriere della Sera interviene stigmatizzando, a ragione, i conservatori della costituzione italiana e i limiti del pensiero ideologico. Ossia tutto quel gruppo di intellettuali e di pensiero dominante che alberga soprattutto a sinistra, che reputa intangibile, sacrale, inviolabile, la nostra carta costituzionale, «la più bella del mondo», per dirla con Roberto Benigni.
Per questi corifei – oggi si troveranno in manifestazione a Roma proprio in difesa della Costituzione – nemmeno la seconda parte della nostra carta fondamentale, quella che organizza i poteri e la forma di governo, sembra riformabile. Ogni volta che ci si prova scattano tutta una serie di riserve ideologiche: si tira in ballo il rischio autoritarismo (Berlusconi incombente) oppure golpe e inciuci più o meno mascherati. E poi ostracismi, accuse scabrose, retropensieri e peccaminose intelligenze con il nemico (politico). Chi tocca la costituzione muore, insomma.
Eppure il Paese, in panne da troppi anni, anche da lì deve ripartire: da una riforma organica della sua Carta, che non è una tavola di Mosè bensì, come in tutti i grandi Paesi, un manuale di ingegneria costituzionale che mira a organizzare la convivenza di una comunità nazionale e, come tale, suscettibile di cambiamenti e innovazioni per stare al passo coi tempi.
Linkiesta, 12/10/2013
L'articolo viene da "sinistra" (ri)