Concussione, la Cassazione dà una mano a Berlusconi

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No alla linea dura sul reato di concussione, come riformato

dalla Legge Severino anticorruzione. Lo hanno sancito le sezioni unite penali della Cassazione che, con una pronuncia arrivata ieri sera, hanno allargato le maglie del reato di induzione indebita, introdotto con la riforma varata nello scorso anno, che prevede pene più lievi, tempi di prescrizione più stretti e nessuna pena accessoria come l'interdizione, rispetto a quello di concussione per costrizione. La suprema corte, con una decisione che potrebbe essere usata dalla difesa di Silvio Berlusconi nel processo Ruby, ha stabilito che “la fattispecie di induzione indebita"prevista dall'articolo 319 quater del Codice Penale, "è caratterizzata da una condotta di pressione non irresistibile da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, che lascia al destinatario un margine significativo di autodeterminazione e si coniuga con il perseguimento di un suo indebito vantaggio". Il reato, più grave, della concussione per costrizione, invece, secondo la Cassazione sussiste quando "si è  in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario". Berlusconi, in sostanza, potrebbe beneficiare in appello della riqualificazione del reato di concussione per costrizione in quello più lieve di induzione indebita, che non prevede pene accessorie come l'interdizione dai pubblici uffici,  è punito con pene meno severe e anche i termini di prescrizione sono più stretti. Berlusconi, in primo grado, nel processo Ruby è stato condannato a sette anni di reclusione per concussione per costrizione e prostituzione minorile. Sarà il processo d'appello a stabilire se riqualificare il reato di concussione in quello di induzione indebita.

Italia Oggi, 25/10/2013