Letta: "Il cupio dissolvi di Berlusconi non

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porta da nessuna parte"

Il premier, in visita a Malta per parlare di immigrazione, commenta le vicende del Cav. e del Pdl. E sul Pocellum dice: "E' il male assoluto. Il governo è disposto a fare un decreto"

Il premier Enrico Letta, in visita a Malta, intervenendo nel corso di una conferenza stampa è tornato a chiarire che la vicenda personale di Silvio Berlusconi deve restare slegata dalle sorti del governo: "Capisco che ci sia delusione, ma il 'cupio dissolvi' non porta da nessuna parte", ha detto. "Continuo a non vedere quali alternative serie ci siano alla situazione attuale", ha proseguito il premier. Che è poi tornato a usare la metafora del pilota in pieno volo: "Far scendere l'aereo non serve a niente e nessuno, non cambia niente neanche per il Pdl. E' necessario guidare fino all'obbiettivo del 2014, con una legge di stabilità che deve portare effetti". Dunque, ha insistito, "mischiare le due vicende non porta da nessuna parte. L'ho detto fin dall'inizio a Berlusconi e l'ho ribadito nei due passaggi della fiducia. Le due vicende vanno separate e se non si separano non c'e' guadagno per nessuno, solo avvitamento della crisi. La mia linea rimane quella e sono molto determinato".

Enrico Letta si è quindi detto fiducioso sul governo: "Siamo fermi al 2 ottobre e in questo sono fiducioso, la situazione ha dimostrato che è successo era giusto", ha detto il premier rispondendo ai  cronisti che gli domandavano se Angelino Alfano riuscirà a tenere sulla linea governativa.  "Sono veramente tranquillo, sereno e fiducioso", ha insistito, "lavoro per far sì che la legge di Stabilità sia migliorata in Senato e che si porti a compimento il percorso fino al 2014 per raggiungere l'obbiettivo per cui voglio essere giudicato. Quello che si può dare oggi è un giudizio a metà strada".

L'anno prossimo, ha assicurato, "siamo in grado di far scendere il deficit, il debito e le tasse, e di ridurre la spesa. E ci saranno i primi segnali di ripresa dell'occupazione. Solo al termine di quel percorso potrà esserci una valutazione".

Letta inoltre non si sbilancia su una possibile ricandidatura, commentando a Malta le parole del segretario del Pd, Guglielmo Epifani: "Il mio orizzonte si ferma a quanto ho già detto: voglio essere giudicato per i 18 mesi per i quali ho avuto la fiducia, voglio portare a compimento in questi 18 mesi la riforma costituzionale e risultati in campo economico e sociale", ha assicurato il premier, "questo è l'obbiettivo cui sono legato con un voto politico e nei miei ragionamenti mi fermo qua".

LE RIFORME, IL PORCELLUM E LA TENUTA DEL PDL - Un'eventuale spaccatura del Pdl potrebbe non avere conseguenze, in termini numerici, sull'approvazione delle riforme costituzionali. Ne è convinto Enrico Letta.  "E' stato previsto comunque il referendum finale, anche se superassimo i due-terzi", ha spiegato il premier rispondendo ai cronisti a Malta. "E' una riforma che elimina il bicameralismo, riduce il numero dei parlamentari e cambia il titolo V della Costituzione", ha ricordato, "è un passo talmente importante che è giusto che ci sia il voto dei cittadini". Dunque se la maggioranza dovesse ridursi in termini numerici, con una scissione del Popolo della libertà non sarebbe un problema. "Non mi spaventa anche se non ci fossero i due-terzi, tanto comunque dai cittadini andremo" per il referendum, ha insistito. Il governo è pronto a varare un decreto per la riforma della legge elettorale, per eliminare il "male assoluto" che è il Porcellum, ma solo su eventuale sollecitazione del Parlamento. Enrico Letta lo ha chiarito rispondendo ai giornalisti a margine della sua visita a Malta. "La legge elettorale è compito del parlamento e mi aspetto che il parlamento dia una risposta", ha spiegato il presidente del Consiglio commentando l'editoriale di ieri di Michele Ainis sul Corriere della sera in cui si invocava un intervento dell'esecutivo. "E' evidente che il governo puo' intervenire per decreto se il Parlamento chiede un intervento di urgenza", ha sottolineato, "fare un decreto contro il Parlamento sarebbe una cosa ai limiti della forzatura istituzionale. Se il Parlamento lo ritiene opportuno, lo chieda e sono pronto a ragionare".

IMMIGRAZIONE - Letta ha assicurato che il governo di Malta si è mostrato determinato a collaborare con l'Italia sul versante immigrazione. "C'è una nuova voglia di collaborazione fortissima da parte maltese", ha detto il presidente del Consiglio giunto alla Valletta per incontrare il premier Joseph Muscat. "Lavorare insieme è fondamentale e dobbiamo cogliere al balzo questa disponibilità", ha insistito Letta. Che ha poi annunciato ai cronisti la ragione della visita a Malta: "Oggi parleremo anche di quali mezzi Malta può mettere a disposizione" per il pattugliamento delle acque. Letta ha poi assicurato che sarà fatta piena luce sulle indiscrezioni riguardanti ritardi nei soccorsi, nella tragedia di Lampedusa di inizio ottobre, legati a una disputa tra Roma e la Valletta su chi doveva intervenire. "Sono prontissimo a verificare tutto", ha garantito.

AUSTERITA' - Il presidente del Consiglio è anche tornato a chiedere che l'Unione europea cambi rotta e dalle politiche di austerità si passi a politiche per la crescita. "Finisce una legislatura caratterizzata dai temi dell'austerità e del consolidamento fiscale, e l'Europa ha sofferto di tutto questo", ha spiegato il presidente del Consiglio incontrando il premier maltese Muscat.  "Ora deve iniziare la legislatura della crescita", ha sottolineato, "vogliamo un'Europa diversa, migliore, basata sulla crescita. Vogliamo un'Europa più integrata e lavoriamo su questo".

11 novembre 2013 - ore 10:22 Il Foglio,