Per l'Electrolux, in Italia, la storia NON è finita.

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Ma ora, pare ri-aprirsi una speranza. Lo si legge

nelle parole di Keith McLoughin, presidente e amministatore delegato di Electrolux. Secondo Mc Loughin, infatti, l'indagine competitiva ''recentemente lanciata sul mercato italiano ha lo scopo di analizzare e verificare la sostenibilità e il grado di efficienza delle attività di produzione nel Paese: ma nessuna decisione è stata ancora presa al riguardo". Questo è quanto scrive, parlando dell'Italia, l'ad dell'azienda in una lettera indirizzata a Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, e a Lodovico Sonego (Pd).

 L'ad parla nella missiva della indagine competitiva lanciata recentemente dalla multinazionale svedese sulle fabbriche attive in Italia. ''Il mercato degli elettrodomestici - scrive McLoughlin - deve far fronte a forti cambiamenti e a una pressione competitiva che sta costantemente aumentando tanto su scala globale quanto in Europa. Di fronte a questi nuovi scenari, la nostra compagnia ha avviato una serie di attività volte a migliorare la competitività dei prodotti e dei processi di produzione''. ''Si conferma - si legge ancora nella lettera - l' approccio collaborativo dell'azienda''. ''E' nei nostri obiettivi contattare e dialogare con le parti sociali italiane - prosegue - le autorità locali e il governo".

 ''Noi prendiamo in parola l'amministratore delegato di Electrolux - sottolinea Maurizio Sacconi , coneglianese, e quindi molto vicino (anche territorialmente) agli operai della sede di Susegana - nel senso che nessuna decisione deve essere presa unilateralmente, anche con riferimento agli ulteriori esuberi ipotizzati nell'area degli impiegati e dei quadri. Anzi, la sopravvivenza di un adeguato livello dei servizi di progettazione e di commercializzazione costituisce la garanzia del mantenimento di solide radici nel territorio italiano. Ora è importante in ogni modo - conclude - che il governo promuova una iniziativa nei confronti non solo del management ma anche della proprietà di Electrolux, la stessa che ha posizioni rilevanti in altre attività industriali in Italia''.

Anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, si  è dato da fare. Oggi si è rivolto con una lettera al premier Enrico Letta per chiedere la convocazione a Palazzo Chigi di un tavolo nazionale sulla crisi della Electrolux. "Tra posti diretti e indiretti - ha premesso - è una partita che vale non solo i 1.100 esuberi già previsti e i 461 del nuovo annuncio di qualche giorno fa, ma circa ventimila posti di lavoro. Ecco perché la riteniamo drammatica e non trascurabile".

 Per Zaia si tratta di una vertenza che può essere affrontate in modo energico "solo se c'è la vera volontà di farlo". "Non si tratta - prosegue - di una crisi industriale di serie B: in Italia non ci sono solo Alitalia e Fiat, ma c'è anche il Nord, Lombardia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Veneto. Ecco perché ho chiesto a Letta di portare al tavolo chi può realmente decidere, come l'amministratore delegato per l'Europa di Electrolux. Di fronte a un'azienda che perde quote di mercato, trasferendo rilevanti quote di produzione dal Veneto alla Polonia e all'Ungheria, non possiamo assistere inermi. Servono non aiuti di Stato, ma interventi ad hoc, come già fatto in situazioni analoghe in Spagna e in Francia".

Avevano visto giusto noi e Boccuccia di rose con i suoi commenti. La stampa locale si è dimostrata acritica e e con i paraocchi.

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