Guarda che crepe nel patto di Ginevra

Categoria: Firme

Le sanzioni annullate all’Iran valgono 20 miliardi

di dollari, non sette

L’accordo ad interim con l’Iran sul congelamento del programma nucleare è stato annunciato domenica 24 novembre, ma già stanno sorgendo problemi. Il primo è che negli ultimi due giorni ci sono stati negoziati tecnici a Vienna per decidere la data di inizio del “freeze”. Era stata prevista per la metà del mese di gennaio, ma non è ancora stata annunciata. Siamo quasi a metà dicembre e l’intesa fragile con il governo di Hassan Rohani si fonda tutta sul presupposto della buona volontà. Se si ricomincia subito con i giochetti allora frana tutto – o almeno dovrebbe. Il secondo è che l’Iran godrà in cambio di benefici molto maggiori di quelli che erano stati annunciati. La stima fatta subito dopo l’accordo di Ginevra parlava di 6-7 miliardi di dollari l’anno – non molto considerato che la penale inflitta dalle sanzioni vale circa 100 miliardi di dollari l’anno. Ora però alcuni funzionari del governo americano hanno ammesso con gli israeliani che il guadagno degli iraniani potrebbe essere più alto, circa 20 miliardi di dollari, e questo ovviamente rende l’accordo ad interim più pericoloso. “L’economia si fonda sulle aspettative – dicono gli israeliani – e il fatto stesso che le sanzioni stiano venenedo meno sta imprimendo all’economia dell’Iran una spinta positiva”. William Cohen, il sottosegretario del Tesoro americano che ha negoziato le sanzioni con gli iraniani, dice l’opposto: l’Iran sarebbe così in recessione (il 5 per cento l’anno scorso) che questo primo annullamento delle sanzioni non basterà a salvare la sua economia. “Ora è il loro turno di cedere”, scrive Cohen sul Wall Street Journal. C’è da sperare che anche i suoi calcoli non siano smentiti a breve.

© - FOGLIO QUOTIDIANO, 12.12.2013