Nella Spa dimagrante di Berlusconi

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Ecco cosa mangiano, pagano. Le giornate l'ex premier nel suo

soggiorno di relax e remise en forme a Villa Paradiso, assieme alla fidanzata Francesca Pascale e a Giovanni Toti. Il racconto della nostra inviata in "tuta bianca" Candida Morvillo

di Candida Morvillo - 28 gennaio 2014

Sono stata alla Maison du Relax, come Silvio Berlusconi, Giovanni Toti e Francesca Pascale, ma senza Dudù. I cani non sarebbero ammessi, a meno che non prenoti l'intero hotel, 13 stanze affacciate sul Lago di Garda, nel qual caso, forse, ti farebbero portare anche un dobermann. Ma io non ho dobermann né barboncini e mi è bastata una sola camera, chi c'era c'era, non ho particolari esigenze di privacy e nemmeno guardie del corpo. Comunque, ho indossato anch'io la tuta bianca di Toti, quella che ha sfoggiato accanto a un Berlusconi in doppiopetto blu, con un saluto al balcone che è stato il preludio alla sua investitura a consigliere di Forza Italia e a un diluvio di critiche. Pierluigi Battista sul Corriere ha ricordato Fantozzi segregato in Spa dal capo che cerca di nascosto di ingurgitare un pezzetto di cibo, Vittorio Feltri ha detto che lui non l'avrebbe mai indossata, persino Emilio Fede ha trovato l'uscita inelegante. Si vede che non sono mai stati alla Maison, lì la tuta la trovi in camera, della tua taglia. Per una settimana, vivi con addosso quella o l'accappatoio fino all'ora di cena, quando è richiesto un abbigliamento almeno casual. Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi che ci faceva Berlusconi in giacca. Forse ha ritenuto che il bianco non lo sfinasse. Non è una roba da sette chili in sette giorni (e nemmeno da 2.400 euro al giorno, come è stato scritto). Si perdono dai due ai sei chili, dipende dalla stazza, dall'età, dal sesso, dalle tossine che si hanno in circolo. Un cinquantenne ha perso sei chili mezzo, ma il dottore gli ha detto che era un record. I percorsi benessere sono due, da tre giorni o da una settimana.

Primo, la dieta.

Sollievo, non si patisce la fame e si mangia benissimo. Due i regimi: il detox da mille calorie e il “calo peso” da 800. Sembra una sofferenza, ma con materie prime freschissime e cotture light lo chef Rolando Baruzzi fa miracoli. Sarebbe bello raccontarvi che mi è bastata la detox, ma ho puntato diretta sulla dieta strong. Per breakfast, yogurt, bianco o alla fragola, e frutta, ma non in quantità. I camerieri servono, accorti, fette d'ananas guarnite di lamponi, fettine di kiwi decorate di fragole e altri piattini di questo tenore. A pranzo, circa 300 calorie. Spesso si comincia con una vellutata di verdure. Zucca di Piacenza con un unico gambero, oppure: lenticchie rosa; minestrone con una pallina di gelato e basilico; zuppa di cannellini, balsamico e un gamberetto; o parmigiana di melanzane, che pare sia da anni amata da Berlusconi (ma sul suo legame con questo posto tornereremo). Per secondo, carni bianche o agnello o coniglio disossato, sempre in piccole porzioni, ma con artistica presentazione. Fine.

I camerieri scherzano proponendo dolci. Pare che Gennaro abbia tenuto testa pure alle barzellette di Berlusconi. È ammesso un caffè e presto scopro che quello shakerato dà l'illusione di concludere con un dessert mentre si mastica ghiaccio tritato. Sono magre consolazioni, ma almeno sono consolazioni magre. Il dolce vero (dolcificato con fruttosio) c'è solo il primo e l'ultimo giorno.

Di pomeriggio, merenda. Macedonia o pere cotte alla cannella e, una volta a settimana, tre biscottini light senza glutine. Per cena altre 300 calorie: insalata di campo o zuppa, seguita da pesce, tipo filetti di salmone impanati su letto di purea di rucola, o, graditissimo all'ex premier, non solo in quanto tricolore, il merluzzo moro, lesso e ripassato in padella, con salsina di pesce, pomodorini confit e frullatino di prezzemolo. Volendo, si può sempre optare per un piatto unico. Resta al massimo, per buona parte del giorno, la sensazione latente che stia per venire fame. Per le donne, almeno. Gli uomini sono più grossi, ma mangiano le stesse cose e per loro è più dura.

Però, a un certo punto, scopro che va tutto benissimo finché ti limiti a seguire il programma stabilito e resti dentro la Maison. Il giorno che ho fatto una corsetta sul lungo lago di 500 metri esatti per una visita a Villa Paradiso - la “Casa Madre” - sono stata afferrata da una stanchezza cosmica e ho capito che ti danno esattamente le calorie che ti servono per star reclusa qui dentro, non una di più.

Medico tutti i giorni

La Maison non è una caserma, ma neanche una casa delle libertà. La mattina in Spa ti consegnano la lista degli appuntamenti e scopri di essere full anche fino alle sei del pomeriggio. Tutti i giorni c'è la visita medica con il dottor Stefano Schioppa. Il primo giorno, anche analisi del sangue, con controllo di allergie, flora batterica ed elettrocardiogramma. Tutte le volte, Schioppa ti sottopone al Vegatest, un'esame con una strana attrezzatura che misura le frequenze degli organi pinzando sulle punte delle dita in corrispondenza dei diversi meridiani. Serve a indagare, mi dicono, le condizioni del terreno biologico, emotivo, mentale e psichico. A ogni dito, emette suoni diversi che sanno di trombetta e di sberleffo. Eppure. Eppure, al primo beep, il medico sentenzia:

«Lei ha difficoltà a ricordare i nomi».

«E lei che ne sa?».

«Lo vedo nel suo sistema biliare, è in sofferenza».

«Ah. Quindi?».

«Ora le do due gocce».

Ci sono gocce per ogni problema, inclusi quelli che non sai di avere, ma che magari ti tengono sveglia la notte. Quindi, il medico ti pesa. La prima volta non è mai un bel momento, poi man mano, l'appuntamento ti rinfranca di tutti i sacrifici. Può essere un'escalation: tre etti, cinque, sei, viene il giorno che perdo direttamente un chilo. Via via che l'organismo si depura, dimagrisci più rapidamente. Oltre alle gocce, volendo, ci sono le flebo, extra pacchetto. Sono a base di inositolo, una specie di spazzino delle tossine, che accelera la depurazione, riduce il senso di fame, migliora il metabolismo e, anche se qui le consigliano per altro, contrasta la depressione e gli attacchi di panico, che pure potrebbero essere in agguato, per esempio se hai perso solo due etti e il medico, nel concordare il menu del giorno dopo, ti impone di saltare la merenda.

La giornata tipo

Dunque, il programma quotidiano include anche ginnastica Do'in, un'ora di estetica, una seduta di massofisioterapia, hammam o idromassaggio con un getto speciale “scava addome”, e una volta a settimana, polarity, una shiatzu, un'elettrostimolazione finale per tonificare. Volendo, tapis roulant e step sono in un romantico gazebo sul lago, circondato dal verde. Nell'ordine: la Do'in è una ginnastica di derivazione Tao, che fa streching dei meridiani, “riattivando l'energia stagnante e ripristinando l'armonico funzionamento degli organi attraverso massaggi, digitopressioni, stiramenti, esercizi fisici, di respirazione e meditazione”. Capita di fare cose strane come grattarsi la testa o assumere posture da scimpanzé, ma se vinci il senso del ridicolo, ne esci nuovo. L'estetica è un'ora nelle sapienti mani di una delle storiche operatrici del centro. Significa ogni giorno un massaggio corpo drenante o riducente o rimodellante o circolatorio, con i cosmetici specifici della casa. Mentre la pelle assorbe i prodotti sotto coperta termica, l'estetista passa al viso. Peeling, creme tonificanti, jaluronico, anti-age, illuminanti eccetera e infine maschere: all'argilla, gold, o platinum, che fanno il viso bianco, argento o oro splendente. E patch sul contorno occhi. Nel frattempo, maschera alle mani e maschera ai capelli, da tenere impacchettati in luccicante carta stagnola fino a sera. Dopo un po', ti abitui anche a pranzare così conciato. Lo fanno tutti.

Il Polarity è una tecnica tra osteopatia, chiropratica e naturopatia. Si fa con un massaggiatore, che all'occorrenza, oltre alla digitopressione, si avvale di olio caldo, sale marino, campane di vetro (come nel mio caso, ma non saprei perché, quando sei lì, ti affidi, tanto si tratta sempre di meridiani, organi ed energia da sbloccare). Volendo (e pagando) si può fare di tutto. Mesoterapia, Botox, Jaluronico, punturine di vitamine, carbossiterapia, biorivitalizzazione del viso, idrocolonterapia, esame del Dna, Lpg, ossigeno iperbarico come Madonna.

Massaggi di ogni tipo

Shirodara, Garshan, Pinda Sveda, Swedana. Né Berlusconi né Toti avranno usufruito di molto, presi tra nomine, l'avviso di garanzia per il Ruby Ter, riunioni e telefonate varie. Christel Bertelli, che dirige la maison con la sorella Marion, ha raccontato alla radio, a Un giorno da pecora, che il Cavaliere non è andato per dimagrire ma per “riposare, stare in relax, recuperare l'equilibrio psicofisico”. Vabbè, io non so se è vero, ma a Gardone Riviera tra la gente che stazionava sotto la Maison in attesa di un altro affaccio al balcone, gira voce che in realtà fosse sempre così preso da saltare i trattamenti e che si addormentasse ovunque, appena gli riusciva di consegnarsi alle mani e al lettino dell'estetista, del massaggiatore e dell'operatore del Polarity. Nel caso, ha la mia comprensione, il relax è tale che si crolla anche se non hai da lavorare. Due gli extra viso imperdibili: Antara e Gaenesy. Il primo, veicola in profondità principi attivi con degli elettrodi (no, non pizzica e, se te lo fanno mentre smaltisci un fango sotto la coperta termica, rischi appunto di addormentarti). Il secondo, la Gaenesy, usa sempre di elettrodi ma stimola la produzione di elastina e collagene. A 40 anni, se ne esce con un viso da trentenne (e suppongo che anche l'ex premier possa essere discretamente migliorato, rispetto alle foto di Paul Stuart per il Sunday Times.

Quella di Berlusconi con la Maison du Relax è una lunga storia, che comincia a meno di un chilometro da qui, sempre a Gardone Riviera, a un passo dal Vittoriale di D'Annunzio, ma a Villa Paradiso, una Spa creata 25 anni fa dalla francese Joëlle Vassal. Nel 2001, le sue figlie hanno preso in gestione la Maison, che riproduce Villa Paradiso in una dimensione più piccola e intima. Uguale è anche il sapore francese degli arredi in beige, grigio, nero e lavanda. Solo che qui si fanno anche long weekend e alla casa madre solo settimane. Musica live soffusa a cena, ma non con Berlusconi, che non ha voluto né il pianista né il duo chitarra e sax, anche se nessuno ha avvistato nei dintorni Apicella. Da subito, Villa Paradiso è stata avamposto dei volti e dei maggiorenti prima di Fininvest, poi di Mediaset, Cavaliere incluso, che ci veniva prima ancora della discesa in campo. Leggenda vuole che prima dello storico annuncio del 1994, chiese a Villa Paradiso di distaccare ad Arcore una pattuglia dei suoi. Medico, estetista, fisioterapista si installarono nel quartier generale della nascente Forza Italia massaggiandolo, incremandolo e quant'altro nella pause tra un riunione e l'altra, se non nel mezzo dei briefing con gli uomini di allora, che erano Fedele Confalonieri, Giuliano Urbani, Marcello Dell'Utri, Cesare Previti. Nessuno meglio di quel manipolo di manipolatori d'adipe potrebbe raccontare cosa davvero successe in quei giorni che avrebbero cambiato la storia del ventennio successivo, se non fosse che la discrezione da queste parti è ferrea. Io nella visita a Villa Paradiso di cui sopra, mi sono trovata di fronte Riccardo Scamarcio e a chiunque dicessi “ho visto Scamarcio”, la risposta era: “Non lo so, non l'ho visto”. Ora, Berlusconi predilige la Maison solo perché è più facile riservarla per intero: a Villa Paradiso le stanze sono una trentina.

I prezzi

In questa stagione, una settimana - soggiorno, pasti e trattamenti inclusi - è in promozione a 2.400 euro in doppia (2.900 in singola), se no, si arriva anche a 3.500 euro in doppia. Salvo sconti e salvo extra, Berlusconi potrebbe aver speso 62.400 euro per tutta la compagnia, lui, la fidanzata, Toti e signora, il suo medico personale Alberto Zangrillo, le guardie del corpo. È probabile che abbia fatto la dieta detox (facile che Zangrillo gli abbia sconsigliato la “calo peso”, dato il sovraccarico di impegni). A spanne, potrebbe aver perso quattro chili. Fanno 15.600 euro al chilo. Per me, il verdetto finale è stato di tre chili, e due centimetri sulle circonferenze (Toti ha detto al Corriere di averne persi quattro sul girovita). Il risultato si mantiene a lungo, salvo stravizi. Sarebbe bello tornare di tanto in tanto