Manuale di conversazione LE STRONCAURE

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Come fare bella figura in salotto senza sapere quel che si dice

In Italia non legge nessuno, ma tutti scrivono; si producono sempre meno  film, ma sempre di più "sono a metà di una sceneggiatura"; diminuiscono le vendite dei libri, ma aumentano i blog letterari. Di questo passo, presto o tardi, tutti vi avremo a che fare. Ecco perché non si può non sapere che cosa dire delle stroncature.

LE STRONCATURE

- Sono un genere letterario a sé.

- Ricordarsi di dire che ci sono scrittori più famosi per le loro stroncature che per i loro libri. Convenirne

- Parlare male dei critici: banale. Parlare bene dei critici: sospetto di piaggeria.

- Per segnalarsi come intellettuale fuori dal coro, individuare un romanzo di enorme successo e farlo letteralmente a pezzi. Sono benaccetti riferimenti tecnico-colti (preferibilmente Lukács e/o la Scuola di Francoforte) per suggerire vasta preparazione teorica. (Vedi seguente)

- Il fustigatore della fatuità contemporanea, non si lasci sfuggire l’occasione della morte di Gabriel García Márquez per scrivere, finalmente, quanto non si capisse un cazzo di “Cent’anni di solitudine”. Valutare se citare la Corazzata Potëmkin di fantozziana memoria.

- Notare che alcuni stroncatori ottengono tanti più “like”, quanto più ignominiosamente distruggono la loro vittima. Dedurne una dolente condizione gladiatoria della razza umana ai tempi del lavoro culturale.

- Effettuare una sottile distinzione tra gli stroncatori e i rosiconi. I primi stroncano senza partecipazione emotiva, perché è il loro lavoro, i secondi, perché neppure sforzandosi riuscirebbero a scrivere nulla di meglio di ciò che stanno distruggendo.

- Gli stroncatori di successo sono sovente corredati di un ampio stuolo di fan, cui essi si concedono brevemente e sempre con discrezione (lo stroncatore è anche un critico della vanità dello star-system) in alcune scelte occasioni pubbliche. Fondamentale che la loro estrema discrezione sia chiaramente percepibile.

- Se la voga del momento è scrivere peste e corna di un film di successo, lo stroncatore di talento deve essere capace di sorprendere, quindi ne scriverà positivamente, segnalandosi in questo modo come superiore istanza critica, lucida ed equanime. (Vedi seguente)

- La “Grande bellezza” è ormai terra bruciata. Vi si sono esercitati tutti così tanto che qualunque aggiunta finirebbe nell’indifferenziato. Se proprio costretto a esprimersi, lo stroncatore stroncherà gli altri stroncatori, tacciandoli di essere dei rosiconi.

- Scagliarsi contro i bloggisti a mano armata. (Vedi seguente)

- In opposizione ai bloggisti a mano armata, rivalutare apertamente la cara, vecchia marchetta. Chic.

- Apprezzare grandi scrittori stroncatori: Arbasino su tutti. Facoltativo averlo letto.

- Cosa fare se si viene stroncati. Strategia di breve periodo: replicare a brutto muso e ingaggiare una furibonda battaglia di colpi bassi su giornali, tv, blog ecc. Aspetto positivo: si dà grande risonanza alla querelle e le vendite salgono. Aspetto negativo: si rischia l’effetto rissa tra vaiasse. (Vedi seguente)

- Cosa fare se si viene stroncati. Strategia di lungo periodo: non replicare, bensì dopo qualche tempo dire che le stroncature, anche se fanno male, aiutano a crescere. Aspetto negativo: nessuno se ne accorge e le vendite non si muovono. Aspetto positivo: contribuisce a costruire un’immagine di serietà fatta di umile e duttile intelligenza.

- "Non importa se parecchia gente andrà via dal cinema con l'associazione pavloviana che la fenomenologia significa cosce, l'alienazione equivale ad atti sessuali non tutti soddisfacenti però insomma frequenti, e l'analisi linguistica è la migliore strada per arrivare alla camera a ore." (Alberto Arbasino, “Il Mondo”, 1965, a proposito di “Deserto rosso” di Michelangelo Antonioni)

© - FOGLIO QUOTIDIANO

di Andrea Ballarini

25.4.14