La Merkel vuole indebolire Renzi

Categoria: Firme

Perciò ha finto disponibilità su Letta

 di Edoardo Narduzzi , Italia Oggi 22.7.2014

Anche Angela Merkel ha il suo cerchio magico. La neosessantenne Cancelliera, che ha avuto la fortuna di essere stata prescelta dalla Storia per portare a compimento la germanizzazione dell'eurozona e il nuovo posizionamento nel mondo del Quarto Reich, non è banale e prevedibile neppure quando si passa ad analizzare la sua cerchia di fedelissimi. Alcuni sono, ovviamente, tedeschi come il capo della Buba Jens Weidmann in passato suo consigliere economico, altri «tedeschi di complemento», nel senso che appartengono all'ufficioso club della tripla A dell'euro, ma fidati quanto i suoi amici di Berlino. Il lussemburghese Jean-Claude Juncker, neo presidente della commissione europea, è probabilmente il volto più noto, ma del cerchio magico di Angela fanno parte anche molti olandesi, finlandesi e austriaci e anche alcuni slovacchi e polacchi. È la forza d'urto con cui si deve confrontare il premier, Matteo Renzi.

Se, grazie alla crisi, la Merkel ha già potuto germanizzare Portogallo, Spagna e Irlanda, l'Italia continua invece a rimanere fuori dal coro berlinese. Per di più, ora ha avuto la sfrontatezza di votare con ampia maggioranza un giovane premier intenzionato a rimettere in marcia l'economia italiana. C'è, quindi, più di una convenienza per la Merkel di giocare politicamente a indebolire l'inesperto Renzi. A frenarlo nella sua corsa verso una compiuta leadership, perché altrimenti sarebbe molto poco controllabile da Berlino. E l'Italia, è noto da sempre, ama anche essere allineata con gli interessi di Washington quasi quanto Londra. Per di più, oggi che il Mediterraneo è di nuovo in fiamme, gli Usa saranno ancora più ricchi di attenzioni verso la loro storica portaerei naturale nella regione. Poi, Renzi, sempre per ragioni storiche, può permettersi di giocare in proprio anche verso Mosca, altra capitale che interessa moltissimo alla Merkel. Insomma, ci sono molti elementi per spiegare il giochino, fin troppo scoperto, messo in atto durante l'ultimo vertice europeo da parte della Cancelliera. Ha incaricato un membro di secondo rango del suo cerchio magico, l'europarlamentare Elmar Brok, di far filtrare che la Germania era pronta a votare Enrico Letta al posto di Van Rompuy se solo il governo italiano lo avesse proposto. Tutto falso, ovviamente, perché la candidatura di Letta non è mai esistita. Ma comunque utile a confondere le acque, a far trasparire all'esterno che Renzi è giovane e inesperto e che, se e quando propone qualcosa, è meglio passarla al setaccio. Per carità, niente di anormale la Merkel è pagata per fare gli interessi dei tedeschi. Ma non sarebbe male se la sudditanza italica verso la Cancelliera, sublimata da due governi consecutivi, quelli di Monti e Letta, che andavano in ginocchio dal Bundesregierung, si facesse meno da Finlandia o da Lussemburgo e più alla francese.