IPPOLITO NIEVO il mistero della nave Ercole

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Mastro Ninuzzo è un siciliano di Bagheria, un tipo sveglio e pratico di esplosivi. E’ a lui che il capitan Simonini, gran spione e assassino al servizio di chi paga,

affida l’incarico di far saltare in aria l’Ercole e tutto ciò che è a bordo, Ippolito Nievo compreso e le sue carte compromettenti, che non devono arrivare a Torino, alla Camera dei Deputati. Così la racconta Umberto Eco (ottant’anni il 5 gennaio), nel suo ultimo truce romanzo Il cimitero di Praga. Ma nei 150 anni passati da quel 4 o 5 marzo 1861, diverse spiegazioni si diedero a quella vicenda, tutt’ora misteriosa, accaduta appena un paio di settimane prima che il Parlamento proclamasse la costituzione del Regno d’Italia. Esito questo per il quale Nievo si era sempre battuto, anche imbarcandosi a Quarto coi Mille, trattenuto poi a Palermo in qualità di tesoriere della spedizione garibaldina. Morto a 29 anni egli aveva già scritto una trentina di titoli tra versi, saggi, racconti, opere teatrali e soprattutto un romanzo, Le confessioni di un ottuagenario, attualmente considerato il maggior romanzo italiano dell’Ottocento, dopo i Promessi sposi.  Eppure il romanzo stentò a trovare un editore e fu pubblicato 6 anni dopo la morte dell’autore, cambiando però il titolo. Le confessioni di un italiano era considerato un titolo poco promettente per i lettori di allora. Quell”italiano” ricordava troppo le recenti vicende politiche,  che era meglio occultare, almeno in copertina. Non credo che l’autore avrebbe accettato. La sua italianità era totale, e arrivava a Roma. Scriveva così. Anche Marsiglia in Francia sbufferebbe di esser sottoposta a Lione, come sbuffò per secoli Edimburgo di assoggettarsi a Londra: forse sbuffa tuttora. Sebbene Londra sovrasti ad ogni città del Regno Unito, piucchè Roma a qualunque capitale della penisola nostra; ma per Roma stanno le tradizioni le memorie le glorie la maestà che la fanno capo nonché d’Italia, del mondo; e nessun luogo sarebbe sì ardito da vergognarsi di ubbidire a lei.

Cap. Achab 10.01.2012