1. COME RONDOLINO E MINNITI, ANCHE VELARDI,

EX LOTHAR DALEMIANO, DIFENDE IL PREMIER

SPACCONE: “LE CRITICHE DI D’ALEMA SONO DETTATE DA UNA COLOSSALE ACRIMONIA” - 2. LA RICHIESTA DI BERSANI DI MOLLARE LA SEGRETERIA È “INSENSATA”. “IL POPOLO QUESTI QUI NON LI CAGA PIÙ. VANNO ALLA FESTA DELL’UNITÀ E PARLANO A QUALCHE CENTINAIO DI PERSONE E BASTA, POI SI PRENDONO L’ARTICOLO DI GIORNALE MA È FINITA LÌ” - 3. “I POTERI FORTI QUI SONO DEGLI STRACCIACULI CHE COME MASSIMA ASPIRAZIONE HANNO QUELLA DI SEDERE NEL BOARD DEL ‘’CORRIERE DELLA SERA”. SONO SALITI SUL CARRO DI RENZI, MA QUANDO HANNO VISTO CHE LUI DI LORO SE NE FOTTE, LO HANNO MOLLATO” - 4. “MA VIVA IDDIO, QUESTA È GENTE CHE HA DISTRUTTO IL PAESE IN QUESTI 20-30 ANNI. PENSO CHE A OGNI PEZZO DI POTERE FORTE CHE LO ABBANDONA, RENZI STAPPI LO SPUMANTE” -

Colloquio con Claudio Velardi di Francesco Bonazzi per Dagospia, 3 SET 2014 13:44

Civati, Fassina, D’Alema, Bersani? “Il popolo questi qui non li caga più. Vanno alla Festa dell’Unità e parlano a qualche centinaio di persone e basta, poi si prendono l’articolo di giornale, ma è finita lì”. Renzi fa bene a non considerarli. E le critiche di D’Alema? Dettate solo da una “colossale acrimonia”. Mentre a ogni potere forte che lo molla, “Renzi stappa una bottiglia di spumante” perché “questa è gente che ha distrutto il Paese negli ultimi 20-30 anni”. Claudio Velardi, ex capo dello staff di Massimo D’Alema, difende Matteo Renzi dalle critiche del suo ex leader e non solo e dice la sua anche su un partito, il Pd, dove chi chiede più partecipazione in realtà “chiede solo più poltrone”.

D: Claudio Velardi, per D’Alema i risultati del governo non sono soddisfacenti. Ha ragione o sono critiche ingenerose?

R: “Dopo sei mesi mi sembra una critica piena di acrimonia e senza senso. Questo governo ha fatto due cose che nessun governo precedente ha mai fatto: ha messo lì una nuova classe dirigente e la vecchia classe non torna più. E poi ha riformato radicalmente il Senato, con un risultato che certamente finirà sui libri di scuola. Poi, certo, ha messo in cantiere tante riforme per le quali ci vorrà tempo. Ma ripeto, quello che dice D’Alema è dettato da una colossale acrimonia”

D: Il Leader Massimo attacca anche sul partito: non può essere il movimento del premier e in segreteria ci sono solo fiduciari…

R: “Renzi non ha messo mano al partito, ed è facile capire perché. Ha dovuto fare i conti con il consenso. Se non avesse fatto quegli annunci se lo sognava il 41% e faceva la fine di Letta. Anche gli 80 euro sono serviti a dargli grande consenso nel Paese. Adesso deve spenderlo, prima di tutto pensando al governo e poi anche al partito, su cui sta più indietro. Ha bisogno di tempo. Non si cambia un partito in 4 mesi. Adesso ci metterà mano e vedremo se sarà in grado di farlo”.

D: Ma l’accusa di aver fatto una segreteria di fiduciari?

R: “Mi sembra surreale. Quello che appare all’esterno è che sui giornali c’è sempre una mezza pagina per quello che dicono Civati, Fassina, Bersani e D’Alema. La più comoda rendita di posizione non è stare con Renzi, ma stare contro Renzi. E’ comodo stare contro Renzi perché fa figo. Anche voi di Dagospia siete antirenziani e aprite la strada perché fate tendenza. Ma è la sindrome del senno di poi. Se io dico che uno non va bene, prima o poi avrò ragione. Bisogna vedere quanto poi, però”.

D: I renziani dicono che D’Alema è solo incavolato per la mancata poltrona in Europa…

R: “Beh purtroppo … La risposta può anche essere un po’ brutale e volgare, ma lui se l’è chiamata. Perché è stato zitto fino a ieri. Se faceva passare 15 giorni e poi criticava il governo magari era meglio. Proprio ieri ha sentito questa necessità?”

D: Bersani chiede che Renzi si dimetta da segretario del Pd

R: Intanto secondo me Renzi ha fatto più riunioni della direzione del Pd di quante ne ha fatte Bersani nella sua lunga stagione. Ogni 15 giorni Renzi va in direzione. La richiesta di Bersani mi sembra insensata. Nasce solo dall’esigenza di mantenere una rendita di posizione all’interno del partito e del sistema dei mass media. Ma non funziona, perché il popolo questi qui non li caga più. Vanno alla Festa dell’Unità e parlano a qualche centinaio di persone e basta, poi si prendono l’articolo di giornale, ma è finita lì. Capisco questo atteggiamento sprezzante di Renzi di fronte a gente che parla in questo circuito che si autoalimenta”

 D: Ma siamo sicuri che Renzi abbia un’idea di partito?  Cacciari ha detto a Dagospia che Renzi vede il Pd come Berlusconi vede Forza Italia. Movimenti al servizio del leader, non partiti veri…

R: “Ma certo che è così. Tutti i leader del mondo vedono così i partiti. Nell’era moderna il partito si conforma al proprio leader. Sono macchine elettorali al servizio del leader. Qualcuno mi spieghi che cos’è un partito. Parlano di partecipazione e trasparenza, ma pensano solo a partecipare a qualche poltrona. La gente normale non chiede partecipazione, ma vuole che la politica decida. Insisto, la partecipazione interessa solo a chi cerca posti da spartire”.

D: Come vede la salute del governo? I poteri forti lo stanno un po’ mollando, da Della Valle in poi, perché temono che Renzi sia solo uno bravo a comunicare

R: E certo che lo stanno mollando. Poi ci ha messo il suggello anche Lucia Annunziata, che sente il profumo di quello che passa nei poteri deboli, che sono poi degli stracciaculi che hanno come massima aspirazione di sedere nel board del Corriere. I poteri deboli lo hanno mollato, ma non lo hanno mai preso veramemte. Sono saliti sul suo carro, ma quando hanno visto che Renzi di loro se ne fotte, lo hanno mollato. Ma viva Iddio, questa è gente che ha distrutto il Paese in questi 20-30 anni. Penso che a ogni pezzo di potere forte che lo abbandona, Renzi stappi una bottiglia di spumante”

D: Anche Velardi è diventato renziano, come gli altri due ex Lothar di D’Alema…

R: “Per me essere definito renziano non è un insulto, anche perché non abbiamo altermative. Ma per la precisione io mi considero velardiano dissidente”

D: Fabrizio Rondolino ha scritto su “Europa” che D’Alema è politicamente finito. Anche questo ha contribuito a scatenare D’Alema e la sua “acrimonia”

“Rondolino ha del tutto ragione, ma poi lui ha un rapporto più passionale con la tematica del dalemismo. Lui ancora lo considera importante e ancora s’incazza con D’Alema. Io invece ho superato questa fase e penso che D’Alema non possa dare di più di quello che ha dato”

D: Tra Renzie e l’altro Lothar, Marco Minniti, è sbocciato un grande rapporto. Lui è il suo De Gennaro ed è anche un ascoltato consigliere politico

R: “Minniti è una persona seria, un figlio di militari. Dove lo metti, lavora bene con serietà e con lealtà e quindi viene apprezzato da Renzi”.  

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