Dall’uva gli antiossidanti che combattono l’acne

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Le sostanze antiossidanti contenuti nell’uva sembrano

svolgere un ruolo chiave nel trattamento dell’acne. Lo studio che dona nuove speranza per trattamenti efficaci e senza effetti collaterali di un problema che affligge molti giovani, anche meno giovani

02/10/2014 LM&SDP,  La Stampa

L’uva potrebbe essere considerata un ottimo coadiuvante nella cura contro l’acne. Il merito è di una nostra cara vecchia conoscenza: il resveratrolo, sostanza da tempo al centro di numerosissimi studi per le sue virtù antiossidanti.

A sostenere l’utilità nel trattamento dell’acne sono stati alcuni ricercatori dell’Università della California a Los Angeles (UCLA), i quali sono riusciti a dimostrare come il resveratrolo – che di norma si trova nella buccia dell’uva e in misura minore nel vino rosso – sia in grado di inibire la crescita dei batteri che causano l’acne.

Gli scienziati ritengono che tale sostanza se combinata con un comune farmaco contro l’acne a base di perossido di benzoile, sia in grado di ridurre con estrema efficacia la proliferazione del microorganismo propionibacterium acnes.

Come ben si sa, il resveratrolo possiede ottime proprietà benefiche per la salute cardiovascolare. Inoltre arresta la formazione di radicali liberi che causano danni a cellule e tessuti.

Paradossalmente, il perossido di benzoile ha azione contraria, ovvero è un ossidante che crea radicali liberi in grado di uccidere i batteri che causano l’acne.

«Inizialmente abbiamo pensato che, poiché le azioni dei due composti si oppongono, l’associazione dovrebbe far sì che si annullino l’un l’altro, ma è accaduto – spiega la dottoressa Emma Taylor, assistente professore di medicina nella divisione di dermatologia della David Geffen School of Medicine alla UCLA – Questo studio dimostra che la combinazione di un ossidante con un antiossidante permetta un miglioramento vicendevole e contribuisca a sostenere l’attività contrastante i batteri per un periodo di tempo più lungo».

Durante lo studio gli scienziati hanno potuto constatare come il perossido di benzoile sia in grado di uccidere i batteri che causano l’acne a qualsiasi concentrazione, tuttavia l’effetto è di durata brevissima e con un massimo di 24 ore.

Il resveratrolo, d’altro canto, non aveva la stessa capacità di uccidere i batteri, però riusciva a inibirne la crescita per un periodo molto lungo. Ecco perché dalla combinazione di entrambi può nascere un rimedio davvero efficace.

«Era come combinare il meglio dei due mondi e offrire un duplice attacco sui batteri», spiega l’autore senior dr. Jenny Kim, professore di medicina clinica nella divisione di dermatologia presso la Scuola di Geffen.

Da anni si conducono studi sul resveratrolo, ma si conosce davvero poco su ciò che lo rende realmente efficace. Per indagare a fondo, i ricercatori dell’UCLA hanno sfruttato un microscopio ad alta potenza osservando che il resveratrolo ha fatto perdere sia la struttura che la definizione delle membrane esterne dei batteri. Ciò significa che la sostanza indebolisce questo genere di microorganismi.

Per testare la tossicità di entrambi i prodotti sono state adoperate delle culture di cellule di pelle umana e di sangue. Dai risultati è emerso che il perossido di benzoile è più tossico del resveratrolo. Non a caso i soggetti che utilizzano concentrazioni lievemente più alte possono andare incontro ad arrossamenti cutanei e irritazioni più o meno gravi.

Dall’osservazione del team di Taylor si è potuto notare che la combinazione dei due composti abbia consentito di ottenere effetti batterici prolungati, riducendo la tossicità del prodotto finale. Tutto ciò è di estrema importanza perché potrebbe portare alla realizzazione di una crema più efficace e meno irritante.

«Ci auguriamo che i nostri risultati portino a una nuova classe di terapie dell’acne che ruotano su antiossidanti come il resveratrolo», ha dichiarato Taylor.

Saranno ovviamente necessari ulteriori verifiche a sostegno delle ipotesi degli scienziati e prove su modello umano che ne attestino la sicurezza.

Di contro, le persone che soffrono di questo disturbo sono moltissime e vi è l’esigenza sempre più marcata di sviluppare terapie che non abbiano effetti collaterali e/o creino una possibile resistenza agli antibiotici che limitino l’efficacia del trattamento.

Tra le terapie più usate che possono andare incontro a questo genere di problema c’è il Perossidio di benzoile, i Retinoidi, gli antibiotici e l’Isotretinoina.

Lo studio, pubblicato su Dermatology and Therapy, è stato reso possibile grazie al contributo del Women’s Dermatologic Society Academic Research Grant e del National Institutes of Health.