Com’erano verdi quei dollari. Gli ecologisti bloccano

l’oleodotto Keystone, il Canada cambia strada

di Redazione | 01 Novembre 2014 ore 06:12 Il Foglio

Per  la sua legacy di presidente verde e attento al clima, per blandire le lobby ambientaliste e placare gli attivisti, Barack Obama è pronto anche a rinunciare a decine di migliaia di posti di lavoro. Sono quelli che potrebbe creare l’oleodotto Keystone Xl, progettato per portare negli Stati Uniti il petrolio estratto dai ricchi giacimenti del Canada (quelli di sabbie bituminose dell’Alberta),  creare ricchezza e favorire l’indipendenza energetica, ma bloccato da sei anni per timore della reazione dei benpensanti liberal. Keystone non costituirebbe un danno per l’ambiente, lo ha certificato anche il dipartimento di stato in un report secondo cui, tra l’oleodotto e l’attuale trasporto su gomma, il primo è di gran lunga più sicuro per il clima e per le persone.

I repubblicani e i governatori coinvolti nel progetto chiedono da anni i posti di lavoro generati dall’oleodotto, ma Obama continua a dilazionare e temporeggiare. Ora però gli imprenditori canadesi non possono più aspettare, sul mercato il loro petrolio non è competitivo, e decidono di aggirare il problema. Costruiranno un nuovo oleodotto diretto non a sud, verso l’America, ma a est, sulla costa, dove il petrolio canadese potrà essere raffinato e caricato su petroliere dirette verso la costa est americana, e poi verso l’Europa, il Sudamerica, l’Asia, perfino l’India. Per il petrolio canadese anche la Cina, vorace di risorse, mostra da tempo il suo interesse. Perdere Keystone (ma il progetto non è stato annullato, è ancora in stand-by) sarebbe un gran danno per l’economia e la sicurezza energetica americane, l’Amministrazione dovrebbe agire in fretta. Ma Obama esita, bloccato dagli ambientalisti e dallo spettro della sua legacy.

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