Croazia e calcio in crisi: Conte,

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SALVACI TU

13 NOVEMBRE 2014di Paolo Baldini Il Corriere della Sera

Dunque, com’è messo il nostro calcio? Diciamo in crisi profonda, nel mezzo di una disagiata trasformazione, al passaggio del guado, chino a raschiare il fondo del barile? La realtà parla di piccolo cabotaggio, di talenti spariti e gestione affannata delle (modeste) risorse. Racconta di un sistema sgangherato che stenta a rigenerarsi, diviso tra i conti emotivi di Calciopoli ancora in sospeso, la recessione che morde i polpacci rendendo incerto il domani e una simpatica nostalgia per epoche felici di cui sono il riflesso i compleanni di Gigi Riva (70) e Alex Del Piero (40).Fasi lunari. Prendiamola così, mentre si avvicina il primo vero banco di prova della gestione azzurra Conte-Tavecchio: Italia-Croazia, domenica a San Siro, gara di qualificazione per l’Europeo 2016. E’ lecito scommettere sul futuro? Conte non è, in questo momento, soltanto un ct. Da lui tutti si aspettano soluzioni tecniche, ma anche che sappia unire vecchio e nuovo, raccogliere le forze e moltiplicarle, fare immagine, costruire oltre ogni barriera: non è troppo, ce la può fare.

I ragazzi della Nazionale lamentano la presenza di troppi stranieri nel nostro campionato. Alzano la voce, sono le avanguardie della nuova generazione, la meglio gioventù. E fanno bene. Ma per le società gli stranieri spesso rappresentano investimenti più proficui. I talenti sono merce rara e, quei pochi, non hanno più l’opportunità di allenarsi con Maradona, Platini e Van Basten: la crescita è spesso inceppata. Tra gli azzurri, manca un leader: Pirlo e Buffon sono troppo avanti con l’età, e leader veri non lo sono mai stati. Il ventenne di maggior peso specifico sarebbe El Shaarawy, la cui esplosione è però continuamente frenata da problemi fisici.

Tutto questo mentre la Juventus domina ancora il campionato, ed è il quarto anno di fila: il sistema Conte è così forte che i bianconeri sono come un aereo con il pilota automatico. Allegri ha solo allentato le briglie e stemperato (forse) certe tensioni. Dietro, la Roma è in fase di caduta psicologica dopo il tremendo kappaò con il Bayern. Garcia attraversa il momento più critico della sua carriera: l’ambiente è facile a perdere la trebisonda.

Il Napoli sta ritrovando il bandolo della matassa dopo un inizio complicato, ma per ora Benitez, prossimo a rinnovare per due anni in attesa di allenare la nazionale spagnola, si gioca solo il secondo posto. Inter e Milan sono alla vigilia di un derby decisivo per entrambe. Il Milan di Inzaghi è alla prova di maturità in un momento poco brillante: si è illuso di aver imboccato subito la strada giusta, dimenticando le lacune in mezzo al campo e, soprattutto, che i suoi uomini più importanti sono famosi per la discontinuità. L’Inter paga lo scollamento tra società e squadra, Thohir è un mondo lontano, le intromissioni di Moratti creano scompiglio, Mazzarri sembra il figlio di Bersellini: se l’andazzo era questo, meglio separarsi in estate.