Lettere al Direttore Il Foglio 27.11.2014

Categoria: Firme

Abbiamo una notista politica perfetta, di ricambio eventuale

1-Al direttore - Dice Pisapia che riceve 800 lettere minatorie al giorno. Gli altri milanesi devono essere già partiti per il ponte di Sant’Ambrogio.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - Ferguson. Primo: al più, sarebbe “awful but lawful”, che fa differenza. Quando assali un poliziotto cercando di prendergli la pistola dentro la sua propria macchina, che ti aspetti? (Vabbè che il soi-disant gigante buono era ovviamente fatto come una zucchina). Possibile che si debba necessariamente produrre sentenze che piacciano alla mob vociferante? Secondo: Obama (e Holder, peraltro dimissionario da tempo) farebbero bene a restarne fuori e ad abbassare i toni, invece di attizzare le fiamme. Ma figuriamoci se il Divider in Chief farà una cosa del genere. Terzo: e la differenza tra bianco uccide nero vs nero uccide bianco o nero uccide nero nei media? Guardando le statistiche, è incredibile il silenzio dei media sulla maggioranza assoluta dei casi di omicidio rispetto al gonfiamento assurdo di questo caso. L’industria del race baiting è in piena azione.

Vincenzo Fiorentini

3-Al direttore - Il Cav. che giganteggia. Ho seguito il programma e ho capito, come lei dice, che a destra c’è solo Berlusconi. Ha fatto una bella e completa analisi della situazione internazionale, al momento mi è sembrato il solo politico a evidenziare il pericolo dell’Is e, non ultimo, tra una battuta e l’altra ha tenuto la scena. L’investitura di Salvini è stata un gioiellino di politica avventuristica. Ma se Berlusconi ritorna a essere se stesso avremo ancora delle sorprese. Tenendo fede al patto del Nazareno e non piangendo, pubblicamente, sul risultato elettorale ha dimostrato di essere l’unico, vero competitore di Renzi. Alleato e competitore: splendida trama per un romanzo di cui non si può capire il finale.

 Maria Pia Banchelli

La abbraccio in spirito di sorellanza. Quanto mi fa piacere pensarla esattamente come lei. Avventure, trame, romanzi… se non avessi i gemelli del gol (Cerasa e Merlo) dovrei pregarla di venire qui da noi a fare la nota politica o similia.

4-Al direttore - Nazareno, il patto che logora. Andava concretizzato subito, come si dice, “cotto e mangiato”. Il suo paludoso protrarsi logora i contraenti dando spazio e fiato ai contestatori interni, più o meno in buona fede, che così hanno buon gioco a rallentare, se non paralizzare, le iniziative rispettive di Renzi e Berlusconi. Con il primo che non riesce a essere incisivo, come vorrebbe e sarebbe indispensabile, nell’azione di governo; il secondo incapace di frenare lo smottamento di FI, specie in termini di strategia economica per il rilancio del paese. Ci sarà ancora tempo?

Enrico Venturoli

Rispetto la sua analisi ma vedi sopra.

5-Al direttore - Lei cosa pensa di Salvini goleador? Io liberal ma moderato, inorridisco!

Roberto Carletti

Può giocare all’attacco, di manifesti.

6-Al direttore - A margine dell’ottimo editoriale di lunedì. L’aborto si svela come uno dei nuovi modelli della tecnoscienza istituzionale, aspetti studiati da Giorgio Agamben in “Homo sacer”.

L’homo sacer è la codificazione nell’ordinamento giuridico di alcune situazioni umane marginali definite come “nuda vita” e come tali considerate uccidibili ma non sacrificabili (in quanto per la loro condizione particolare non soggette alla pena capitale). La “nuda vita” è ricompresa in quello “stato di eccezione” perfettamente legale che permette l’eliminazione fisica di intere categorie di cittadini che non sono integrabili nel sistema politico. 

Quello che rimane è, per l’appunto, solo la “nuda vita” rimessa al libero arbitrio del potere sovrano che, come notava Aristotele, può distinguere tra il semplice “vivere” e il “vivere bene”. In questo senso può essere inquadrata la fattispecie del bambino indesiderato (nuda vita) e classificato come rifiuto ospedaliero come, allo stesso modo, può essere letta la tragedia di Eluana, anch’essa nuda vita o “cadavere vivente, senza vita-senza morte” (Antigone, 853) e quindi uccidibile. La vita indegna di essere vissuta non è più un concetto etico ma politico.

Si può concordare con quanto scritto da Foucault: “L’uomo moderno è un animale nella cui politica è in questione la sua vita di essere vivente”.

Francesco Patini