Juncker avverte Italia e Francia: “Senza riforme

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conseguenze spiacevoli”. Il presidente della Commissione, intervistato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung, minaccia un «inasprimento della procedura sul deficit» per Parigi e Roma

10/12/2014, La Stampa

In un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung il presidente della commissione dell’Unione Europea, Jean-Claude Juncker, avverte Roma e Parigi: se non procederanno con le riforme annunciate si arriverà «a un inasprimento della procedura sul deficit». E aggiunge: «Se alle parole non seguiranno i fatti, per questi Paesi non sarà piacevole». Poi, però, “suggerisce” ai lettori tedeschi di «dare fiducia» ai due Stati, almeno fino a primavera, sul risanamento del bilancio. «Dovremmo dare fiducia agli italiani e ai francesi. E poi vedremo, proprio a marzo, come sarà andata». E spiega: «I loro governi ci hanno garantito che faranno quanto annunciato».

RIMANDATI A MARZO: SERVONO 6 MILIARDI 

Già lunedì l’Europa aveva rimandato a marzo l’esame dei conti italiani e della legge di stabilità. Il dato politico è che l’Eurogruppo ha approvato l’«ampia agenda di riforme» del governo Renzi. Quello tecnico è che i ministri di Eurolandia hanno condiviso l’analisi secondo cui Roma «rischia di non rispettare il Patto di Stabilità»: non è esclusa l’ipotesi di sforamento dell’Italia rispetto agli obiettivi di medio termine visto che «l’alto debito rimane una ragione di preoccupazione». È qui che si rimarca il «gap» di 0,4 punti di pil (6 miliardi abbondanti di euro) sul deficit strutturale e si auspica efficacia sulle riforme. 

KAITANEN: «SENZA RIFORME INVESTIMENTI INUTILI» 

La parola d’ordine da Roma a Bruxelles è appunto «riforme». Il piano Juncker non basta, dice in un’intervista a La Stampa il vicepresidente Ue Katainen. Che spiega: «Se restano ostacoli burocratici agli investimenti privati, se l’amministrazione è lenta, se ci sono incognite non finanziarie, il nuovo fondo Efsi potrà far poco». «La risposta non è nel creare nuovo debito - dice nell’intervista alla Stampa - ma nel focalizzarci sulle riforme che servono a stimolare la ripresa».