Lettere al Direttore Il Foglio 7.1.2015

Tuìt di M. sul gol di Astori. Ne riparliamo dopo il #quirinale

1-Al direttore - Tuìt di Renzi sul gol di Astori: “Dire che è furto è stravolgere realtà”. Ma ne riparleremo dopo il #quirinale.

Maurizio Crippa

2-Al direttore - A Massimo D’Alema, che era andato a dare l’ultimo saluto a Pino Daniele, è stato impedito, a forza di contestazioni e insulti, l’ingresso all’ospedale Sant’Eugenio. Sarà che la famosa “società civile” (e soprattutto fischiante) vigila ormai pure in prossimità della camera ardente. Chissà se quelli a volte so’ pazzi. Di sicuro, così scassano ’o cazzo!

Stefano Di Michele

3-Al direttore - Nell’operazione Quirinale Silvio Berlusconi cercherà di seguire la linea di condotta di Alessandro Natta, allora segretario del Pci, quando fu eletto, il 3 luglio del 1985, Francesco Cossiga alla presidenza della Repubblica. Per la prima volta, bastò una sola votazione e Cossiga, candidato ufficiale della Dc (era presidente del Senato) ottenne 752 voti su 977. Il Pci era appena uscito da una pesante sconfitta (da cui non si riprese più) nel referendum sulla scala mobile (9-10 giugno di quello stesso anno) e aveva il cruccio di non riuscire a concorrere in modo determinante (come gli era riuscito in precedenza ) all’elezione del capo dello stato. Il che veniva vissuto come un’ulteriore sconfitta. Ma i voti dei “grandi elettori’’ comunisti sarebbero stati determinanti soltanto nelle prime votazioni quando occorreva la maggioranza dei due terzi. Alla quarta sarebbero bastati quelli  dei gruppi della coalizione di governo. Così i parlamentari del Pci si precipitarono a votare Cossiga. Mutatis mutandis, anche Silvio Berlusconi si trova nelle medesime condizioni di Alessandro Natta e sa che, a partire dalla quarta votazione, Matteo Renzi potrebbe “acquistare il pane’’ presso un altro forno. Così Berlusconi chiederà ai suoi di votare, fin dai primi scrutini, la persona indicata dal premier.   A quel punto il gioco passerà nelle mani dei franchi tiratori. Se non riusciranno a impedire il raggiungimento del quorum qualificato  avranno già perso.

Giuliano Cazzola

4-Al direttore - Proporzionalmente al livello di crisi profonda e paralizzante che ha caratterizzato il sistema politico negli anni passati, l’interventismo di Napolitano si è reso indispensabile al punto che si è arrivati a quell’unicum storico che è stata la sua rielezione. Ora, con i nazareni, si è avviata una stagione di stabilità riformista; parrebbero finalmente maturi i tempi per un presidente della Repubblica (come ha scritto lei) “autorevole e in apparenza sbiadito”. Ma i tempi sono mutevoli, e di qui a sette anni chissà come cambierà lo scenario. Sia Renzi che il Cav. sono anomalie post ideologiche, one man show senza eredi: après eux, le déluge. E se un giorno ci trovassimo a sentire la mancanza di una figura forte e carismatica al Quirinale?

Daniele Montani

Lo escludo, tassativamente.

5-Al direttore - Ombre rosse sul 2015? Un colpo d’ala, di fantasia, di sana ironia. Liberiamoci dalle nostre fasulle cupe ossessioni e dalla pretesa di pensarci e crederci Dio in terra. Il nostro mondo è buffo e affascinante, simpatico e malandrino. Una volta per redimersi dai peccati, per ripulirci la coscienza, si facevano penitenze o si compravano le indulgenze. Oggi, per gli stessi appagamenti, basta “to talk politically correct”, disquisire su John Cantlie, o sul sesso annacquato. La buffosità affascinante è insita nel fatto che da millenni, come pueri capricciosi ed inquieti, continuiamo a sgambettare in tondo. Per cercare di acchiapparci tra noi. C’est la vie!

Moreno Lupi

 6-Al direttore - Che ci siano ombre sul nostro futuro economico è chiaro. Simon Nixon del Wall Street Journal è forse più realista che pessimista. Ma intanto, facendo due conti, continuo a pensare che abbiamo pagato più caro in questi anni per la Germania che non per la Grecia. E ora, dovremmo far fuori la Grecia per fare un altro favore alla Germania? Ombre tedesche sul 2015.

Mauro Solcioni

7-Al direttore - La Florida e i matrimoni gay. Il divieto (delle nozze omosessuali) era stato deciso dagli elettori nel 2008, ma nell’agosto scorso un giudice federale aveva stabilito che fosse incostituzionale. Mi ricorda la situazione italiana dove il popolo aveva bocciato la fecondazione eterologa, ma la magistratura ha stabilito che il popolo era incostituzionale.

 Giuliano Galassi

Stessi ricordi.

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