Un crollo dell’Unione monetaria non sarebbe nell’interesse della Germania”.
15 gennaio 2015, Libero
Mario Draghi scopre le carte. In un’intervista al giornale tedesco Die Zeit, il governatore della Banca Centrale europea si difende dalle accuse di essere un “agente dell’Italia” e sostanzialmente lancia un messaggio chiarissimo alla Germania: non si può “perdere il coraggio e i tedeschi devono capire”. Spiega perché bisogna accompagnare la crescita con una politica monetaria espansiva anche con il ricorso a mezzi non convenzionali. Si tratta dell’acquisto di titoli di Stato pubblici che sarà annunciato il 22 gennaio. “La Bce non ha «possibilità di azione illimitate per riportare l’inflazione dell’eurozona verso l’obiettivo del due per cento”. Non ha dubbi Draghi anche se ammette che all’interno del direttivo ci sono differenti posizioni su come rispettare il mandato dell’istituto «ma le possibilità che abbiamo di agire non sono illimitate.
La Germania è avvisata - Draghi racconta anche qualcosa di sé, del fatto che rimasto orfano di padre e madre sia stato costretto a crescere in fretta, ricorda che suo padre gli ha insegnato il senso del lavoro. “Il lavoro è la cosa più importante nella vita di un uomo”, gli ripeteva suo padre. E confessa: “In America ho imparato cosa significa lavorare sodo e cosa significa lavorare”. Draghi ammette che in Germania è difficile spiegare ai tedeschi che lo scopo della Bce non è quello di penalizzare i risparmiatori francesi e nemmeno compensare i Paesi debioli. “il mandato è un tasso di inflazione sotto il due per cento per l’intera eurozona. Per conseguire questo obiettivo in questa fase bisogna tenere bassi i tassi di interesse e puntare a una politica economica espansiva”. Il giornalista che gli fa notare che i tedeschi temono che gli stati debitori non possono pagare i loro debiti, lui risponde così: “In un’unione monetaria questi timori e la pressione che ne risulta sono uno stimolo in più per i Paesi indebitati a effettuare le riforme strutturali necessarie per la crescita e per il pagamento dei loro crediti. Un crollo dell’Unione monetaria non sarebbe nell’interesse della Germania”.