Compiti a casa, croce per genitori e studenti

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Troppo lavoro e vacanze mal distribuite: un altro deficit della scuola

italiana.Genitori e alunni costretti al superlavoro durante le vacanze di Pasqua.Una nuova polemica ha infiammato per qualche giorno il mondo assopito della scuola: l'annoso problema dei compiti delle vacanze, una croce per gli alunni, ma anche per i genitori, che spesso devono collaborare per costringere i figli renitenti a svolgere il lavoro assegnato. Le vacanze di Pasqua durano sei giorni effettivi, ma due giorni sono di festa e quindi rimangono quattro giorni per svolgere una mole di lavoro che a volte, perdonatemi cari colleghi, è veramente esagerata.

 I compiti delle vacanze sono una contraddizione, soprattutto se le vacanze sono brevi, perché anche gli studenti, piccoli e grandi, avrebbero bisogno di staccare, cambiare il ritmo di vita , per poi riprendere più riposati e quindi più ricettivi.

CONTA DI PIÙ LA QUALITÀ DELLO STUDIO. Mi sembra assurdo assegnare ricerche, capitoli di storia, cinquanta esercizi di matematica e altrettanti di inglese, magari con un romanzo da leggere nei momenti vuoti. Naturalmente sto scherzando, ma non sono considerazioni così lontane dalla realtà, a sentire quello che dicono alcuni amici con figli in età scolare. A volte dimentichiamo che non è la quantità del lavoro che conta, ma la qualità; inoltre le vacanze sono un'occasione per stare in famiglia, fare un viaggio o una gita, rivedere parenti e amici e tutti preferiremmo non dover discutere con i figli e trascorrerle in un'atmosfera il più possibile serena.

Vacanze: poche pause durante l'anno ma vacanze estive troppo lunghe

Diverso è il discorso per le vacanze estive, che per gli alunni durano ben dodici settimane: teoricamente un po' di lavoro ben distribuito potrebbe aiutare a non dimenticare completamente gli argomenti svolti durante l'anno scolastico. Il problema è che la sensazione di avere moltissimo tempo davanti, unita al caldo estivo, induce fatalmente la maggior parte degli studenti a svolgere i compiti solo qualche giorno prima dell'inizio del nuovo anno, vanificando lo scopo del lavoro assegnato, che era quello di fare un ripasso graduale, gettando nel panico i poveri genitori spesso ignari della vera entità di quello che ancora resta da fare, praticamente tutto.

DISTRIBUZIONE ALLA TEDESCA. Come ho già avuto occasione di dire, le vacanze scolastiche italiane hanno un ritmo decisamente diverso rispetto agli altri paesi europei, con un periodo lunghissimo in estate e pochissimi intervalli durante l'anno scolastico, per un totale di circa 15 settimane; in Germania le vacanze durano circa 12 settimane, i periodi variano a rotazione nelle varie regioni e, secondo me, sono meglio distribuiti durante l'anno, con circa due settimane a ottobre, due a Natale, due a Pasqua e sei settimane in estate. Credo che in Italia sarebbe molto difficile cambiare, vuoi perché i tre mesi estivi sono una tradizione consolidata, vuoi perché gli operatori del turismo sarebbero contrari in un momento di grave crisi.

PER GLI INSEGNANTI LA PAUSA È PIÙ CORTA. Non tutti gli insegnanti sono così fortunati da avere tre mesi di vacanza: alle superiori, per esempio, si rimane a disposizione, senza possibilità di allontanarsi, fino al 30 giugno; i docenti che non hanno gli esami di maturità sono in genere impegnati nei corsi di recupero per gli alunni con debito; gli esami per la verifica del debito iniziano spesso qualche giorno dopo Ferragosto, con svolgimento e correzione delle prove e scrutinio finale. Dal primo settembre siamo di nuovo in servizio. Praticamente il periodo utile per eventuali ferie lontano da casa è quello tipico di chi ha molti soldi a disposizione, cioè i periodi di alta stagione, agosto, Natale e Pasqua. Impossibile pensare di poter usufruire di altri periodi durante l'anno scolastico, visto che i permessi per assentarsi dal lavoro sono limitati. Naturalmente alcuni hanno fatto i furbi, mettendosi in malattia, ma nella maggior parte dei casi non è così.

Aula professori e tecnologia: strumenti per un insegnamento miglioreI media e internet a supporto dell'apprendimento.

Sappiamo tutti che la Germania è più avanti, forse lo dico troppo spesso, ma c'è un'altra cosa che mi è piaciuta particolarmente in occasione di un recente viaggio durante uno scambio studentesco: l'aula insegnanti, grande, luminosa e accogliente, disposta come un open space in cui ogni docente aveva la propria scrivania ingombra di libri, appunti, schede, compiti, ma anche con le foto dei figli, le bustine del tè, l’acqua minerale e magari un vasetto di fiori e i cioccolatini. Ho provato una profonda invidia, perché in Italia non è possibile avere un posto assegnato per lavorare con una certa tranquillità; in fondo sono aspirazioni modeste, un tavolo e una sedia, in un paese dove contano solo le poltrone, soprattutto quelle redditizie; anche questo è un sogno impossibile.

DAI SOLI MEDIA LEZIONI SUPERFICIALI. Vorrei tornare a parlare di internet in classe: la maggior parte degli insegnanti usa la rete come strumento didattico, i più fortunati hanno a disposizione una LIM (lavagna interattiva multimediale), molti altri hanno a disposizione un angusto laboratorio con computer obsoleti. Ritengo tuttavia che non si possa lavorare esclusivamente utilizzando il web, dato che gli studenti sono comunque bombardati quotidianamente da messaggi dalla rete e dalla televisione. Il problema è riuscire a coordinare le informazioni, trovare i collegamenti, rielaborarle in modo personale, classificarle e collocarle nel tempo e nello spazio, altrimenti restano solo nozioni superficiali , spesso confuse e affastellate, come nello spot televisivo che mette sullo stesso piano temporale Cesare Ottaviano Augusto e Napoleone. Purtroppo non sempre alta tecnologia vuol dire alto livello di apprendimento, soprattutto se gli alunni si disabituano a ragionare, come succede a molti adulti. Il lavoro nel microcosmo della classe serve proprio a evitarlo nei limiti del possibile. di Nadia Marchetti – Lettera 43