Riforme: Boccia, «Con l’Aula vuota la minoranza Pd

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non voterà». Presa di posizione dell’esponente presidente della commissione Bilancio della Camera, ma D’Attorre frena: «Posizione personale». E il M5S: «Siamo pronti a dimetterci»

di Redazione Online Il Corriere della Sera 14 febbraio 2015 | 17:56

Se a marzo, al momento del voto finale sulle riforme, si dovesse ripetere l’assenza di tutte le opposizioni, la minoranza del Pd non prenderebbe parte al voto stesso. Lo ha dichiarato Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera ed esponente della minoranza del Pd.

Boccia: «Serviva una mediazione»

«Aver votato in una notte oltre 350 emendamenti a una riforma costituzionale, non so se rappresenta un record, ma se lo è, è un record negativo», ha detto Boccia spiegando che la minoranza del Pd avrebbe votato in modo omogeneo al gruppo «per rispetto delle decisioni prese all’Assemblea. In quella Assemblea - riferisce Boccia - abbiamo dato al segretario-premier credito nel suo tentativo di mediare con le opposizioni. Questa mediazione non è stata fatta, e così alcuni di noi non hanno partecipato al voto, altri hanno votato per non minare le fondamenta del Pd che rimane l’unico baricentro in un sistema politico in dissoluzione. Però ora che a marzo ci dovremo esprimere sul voto finale, io non ho alcuna intenzione di votare riforme con un Parlamento semivuoto, perché sarebbe un pessimo precedente».

Le altre dichiarazioni

Frena Alfredo D’Attorre: «Quella di Boccia è una posizione personale. Come minoranza del Pd noi dobbiamo lavorare per riportare le opposizioni in Aula e non per uscire anche noi», ha dichiarato. E Pierluigi Bersani in un tweet afferma: «Adesso basta accendere micce. Da domani si lavora perché l’aula non sia mezza vuota».

Alfano invita le opposizioni a cambiare idea: «Speriamo che le prossime settimane possano consegnarci un risultato di mediazione tale da consentire che al voto finale partecipino anche alcuni partiti delle opposizioni che ieri non hanno partecipato».

M5S pronti alle dimissioni

«Noi parlamentari M5S siamo pronti alle dimissioni per far cadere il Parlamento e andare alla urne». Lo dice l’esponente del direttorio M5s, Alessandro Di Battista, in piazza Cola di Rienzo a Roma davanti al gazebo della raccolta firme #fuoridall’euro. E il leader del Movimento afferma: «Sulla questione delle riforme istituzionali siamo al limite del colpo di Stato bianco, quello che non si fa con carri armati e rastrellamenti, ma con colpi di mano di maggioranza. C’è una sola via d’uscita: sciogliere il Parlamento ed andare subito a nuove elezioni. E di motivi non ne mancherebbero davvero». Così Beppe Grillo in un post pubblicato sul suo blog.

Il voto

Gli ultimi voti del disegno di legge costituzionale, sono avvenuti con l’aula di Montecitorio semivuota, data la decisione di Forza Italia, M5S, Lega e Sel di non partecipare ai lavori in polemica con il provvedimento. Le opposizioni saliranno al Colle martedì, convinte che il governo stia bloccando il dibattito parlamentare per imporre le sue riforme. Renzi, dicono Fi-Lega-Sel in una conferenza stampa congiunta, è «un bullo». «Gli faremo vedere i sorci verdi» minaccia il capogruppo azzurro Renato Brunetta. Anche Civati e Fassina della minoranza Pd non voteranno le riforme. Renzi però va avanti: «Vogliono solo bloccare il governo», ma «noi non ci facciamo ricattare da nessuno».