A Berlino chi semina terrore sul debito italiano?

Categoria: Firme

L’Italia nel lungo periodo sarà il paese meno a rischio in Europa. Ripubblichiamo una tabella

di origine tedesca che a distanza di un anno fanno capire come e perché la speculazione è anche politica.Per andare oltre il circo mediatico-finanziario e avere dati reali sui quali poterci fare una opinione non mediata dalla propaganda anche  noi provinciali,  riportiamo una tabella redatta da un team di economisti dell’Università di Friburgo per una fondazione tedesca e denominata “classifica dei debiti sostenibili”. Lo studio è apparso il 8.12.su due giornali tedeschi, di cui uno la Welt.  Secondo gli autori, nell’esaminare la sostenibilità dei debiti pubblici europei (“debito esplicito”) andrebbero considerati anche l’invecchiamento della popolazione e le spese sociali che questo fenomeno comporterà da qui al 2050 (“debito esplicito”). In base al debito totale  (“indice di sostenibilità”)lo studio dimostra che l’Italia, nel lungo periodo, sarebbe il paese meno a rischio rispetto agli 8 considerati

Paese                     debito esplicito   debito implicito   indice di sostenibilità

1 Italia                       118,4                            27,6                   146,0

2 Germania                83,2                           109,4                   192,6

3 Finlandia                  48,3                           146,9                   195,2

4 Francia                     82,3                            255,2                  337,5

5 Portogallo                93,3                           265,5                   358,8

6 Olanda                     62,9                            431,8                   494,6

7 Spagna                     61                               487,5                   548,5

8 Irlanda                      92,5                         1.404,7               1.497,2

Il problema, come si vede, per l’Italia è sempre quello di modernizzare il paese  e fare riforme per rilanciare l’economia interna e garantire un futuro alle prossime generazioni. Bisogna cambiare passo ma lo stiamo dicendo da 30 anni, ne siamo convinti oramai ma il problema è che nessuno vuol cominciare a mollare l’osso che rosicchia da 50 anni. Questa tabella non ha avuto molta attenzione dai media italiani.Opact 22.7.2012