Legge elettorale e maggioranze

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Credo si sia capito che tutte le leggi elettorali non sono più o meno

democratiche ma rispondano a esigenze del momento e quindi  modificabili. In Italia di proporzionale pura non si parla da un pezzo perché le liste sono talmente tante che renderebbero difficile la governabilità . E’ dimostrato che, non solo in Italia, l’elettorato è diviso in due parti pressoché uguali e quindi con nessun vincitore in grado di ricevere una maggioranza elettorale  tale da poter governare portando a compimento il programma  presentato agli elettori. Allora si è cercato di supplire a questo  con gli strumenti di una legge elettorale. Uno strumento adottato e in vigore, è quello di premiare la coalizione vincente con un premio che permette di avere un maggior numero di rappresentanti in parlamento rispetto a quello acquisito alle elezioni. Ma queste maggioranze così ottenute artificialmente, non hanno dato i risultati sperati di efficienza governativa ne con Prodi ne con Berlusconi. E si ritorna a parlare di modifica della legge elettorale.  E qui ricomincia il gioco delle tre carte: il PD era contro la legge attuale perché premiava Berlusconi vincente, ora, essendo dato in aumento di voti, al PD potrebbe andar bene la legge attuale. Berlusconi, dato per perdente, la vuole cambiare introducendo un nuovo elemento di per se condivisibile: elezione diretta del Capo dello Stato, così finiscono i giochi parlamentari dei vari D’Alema e C.  e si restituisce o si dà al popolo il diritto di scelta. Viene proposto un premio di maggioranza al primo partito e non più alla coalizione vincente, liste di candidati non più bloccate, con voto dipreferenza almeno per i 2/3 dei seggi, e distribuzione di quest'ultimi in modo proporzionale, ma a livello di circoscrizione.. Una domanda si pone: qualunque sia l’esito, siamo sicuri che una nuova coalizione vincente potrà governare da sola? O si dovrà operare per una legge elettorale che preveda un governo futuro da grande coalizione come quella che  attualmente sorregge, rissosamente, il governo Monti? Bene il limite di rappresentanza in parlamento che vieti la presenza dei piccoli partiti portandoli a  confluire nei partiti maggiori e quindi ridurre distinzioni politiche fasulle che beneficiano solo della crisi politica esistente.  Non penso che una nuova legge elettorale risolverà i problemi sociali e politici che attualmente bloccano le riforme in Italia. Lo stà a dimostrare l’attuale grande coalizione del governo Monti che non trova accordo sulle grandi riforme, oggi si occupano d'altro tipo unioni civili invece di utlizzare il tempo concessoci da Draghi per fare le riforme congiunturali e strutturali necessarie (disoccupazione al 10% tipo 1992) , pur in una situazione di grande, grande difficoltà economica : con questi leader e partiti così organizzati, non si va da nessuna parte. Troppi sono gli interessi e le relazioni con varie istituzioni, con i sindacati e gruppi di potere ai quali va ben questa situazione da loro creata. Non c’è coraggio di cambiare. Bisogna cambiare i partiti togliendo loro il potere di invadere lo stato per garantirsi potere e voti; ai sindacati la concertazione con il diritto, pur acquisito, di veto.  Il vuoto viene sempre colmato da qualcosa e qualcuno: oggi,  dalla speculazione e dalla finanza. PDL e PD debbono finirla di litigare in strada e sorridersi in casa. Ci dicano le riforme da fare, chi ci perde e chi ci guadagna altrimenti non usciremo mai dal tunnel in cui siamo.CW 31.7.2012