Gli aiuti europei blindano i governi futuri

Categoria: Firme

Anche se la stampa tedesca ha letto la decisione della Banca

centrale europea come una specie di «liberi tutti» che consentirebbe ai paesi periferici dell’Unione di riprendere una politica di spesa facile, in realtà la linea adottata da Mario Draghi è tutt’altro che lassista. La Bce acquisterà titoli di stato a breve termine solo dopo una richiesta dei governi, che per vedersela accettare dovranno impegnarsi a rispettare «stringenti condizioni».  Si spiega così il fatto che solo il rappresentante della Bundesbank, che peraltro punta a una prospettiva diversa da quella della stessa cancelleria berlinese, si sia opposto, mentre quelli di altri paesi rigoristi hanno condiviso l’indirizzo esposto dal presidente. Che cosa siano le «condizioni stringenti» è noto. Sono talmente rigorose che persino il governo spagnolo, che pure ha urgente bisogno di aiuto per evitare il blocco del credito che si sta profilando concretamente, cerca di allontanare l’amaro calice.  Molti sperano, a Madrid ma anche a Roma, che sia sufficiente l’impegno della Bce a intervenire, seppure alle condizioni esposte, per far crollare il costo del servizio del debito pubblico, che in effetti è calato di circa un punto in due giorni in Spagna e in Italia. Paradossalmente, se la Spagna, che è con l’acqua alla gola per la condizione fallimentare di settori importanti del suo settore finanziario, è riluttante a chiedere l’aiuto europeo, anche in Italia c’è chi vede questa prospettiva in modo diverso. Impegnare il paese a rispettare i vincoli posti da Draghi sembra ad alcuni il modo per disinnescare i pericoli di ingovernabilità che accompagnano la scadenza elettorale.  Mario Monti ha confermato che l’Italia ce la può fare da sola, ma ha anche spiegato che oggi la parola «aiuto» fa meno paura. Che cosa vuol dire? Probabilmente che se non si riesce a indurre le forze politiche a impegnarsi davvero a rispettare i vincoli di bilancio, la richiesta di aiuto europeo e la stipula di un memorandum che renderebbe inderogabili gli impegni di rigore avrebbero l’effetto di porre sotto stretta tutela qualsiasi governo venga costituito dopo le elezioni.  Giorgio Napolitano ha svolto proprio ieri un ragionamento assai sottile, nel quale si spiega come l’indipendenza nazionale, nelle condizioni attuali, si può realizzare solo nell’ambito dell’interdipendenza europea. Il concetto, seppure ardito, ha un fondamento realistico. Il difetto sta nel fatto che, oggi come oggi, l’interdipendenza appare asimmetrica, tutta spostata a vantaggio dell’Europa settentrionale, così almeno la interpreta la Bundesbank, anche se bisogna riconoscere che l’iniziativa di Draghi tende a riequilibrare i differenziali anomali.           Sergio Soave per Italiaoggi, 8.9.2012