Conegliano, Castro e responsabilità

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 A “me mi “ piace il Senatore Castro e la proposta di Zambon commissario mi

sembra tanto opportuna e semplice  per uscire da questo bailame PDL coneglianese  che come tutte le cose semplici in politica diventano difficili da risolvere perché sulle cose semplice le soluzioni si moltiplicano: ognuno ne ha una e comporle diventa un lavoraccio.  Il nodo è politico, lo scontro fra componenti interne in una sezione dove i “gaviani” sono forti e non dimenticano l’atteggiamento di Zambon che si è imposto stando sopra le parti interne che ora si muovono per riequilibrare il “suo” potere scegliendo la via peggiore: il ricatto! Questo nodo politico non è stato ancora esplicitato alla città ma chiari sono gli appetiti da soddisfare.  Mentre noi cittadini possiamo permetterci di suggerire soluzioni,  il Senatore deve o dovrebbe dare una soluzione dall’interno del partito visto che nel gioco delle correnti, lui fa parte della compagine che ha vinto il congresso provinciale e che ora dirige con un vice segretario. E’ il Comitato provinciale che deve decidere il “commissariamento” , è la compagine di maggioranza che deve porre il problema ma forse non c’è la stessa visione, soluzione per Conegliano, fra i “sacconiani” e i “sernaggiottiani”. Non dimentichiamo che a Conegliano c’è il segretario provinciale Chies che, se non si muove per favorire un componimento politico interno, deve avere le sue ragioni. Forse Castro e Sacconi non hanno più la forza interna di un tempo: mentre loro facevano bei convegni e ottimi interventi, Sernaggiotto si occupava delle sezioni e il lavoro gli ha dato ragione ai fini congressuali dove, è bene ricordarlo, hanno votato mi pare il 50% degli iscritti. Che poi i congressi sezionali promessi per fine settembre non si facciano più e che le sezioni continuino a essere dirette da dirigenti nominati dall’alto e lì da diversi anni, denota che gli iscritti non contano niente. Alla faccia della democrazia e della partecipazione! CW 17.9.2012