Finlandesi: sci e ciclismo dopati

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UN DOCUMENTARIO FINLANDESE DISTRUGGE LO SCI DI FONDO E I SUOI EROI, TRA CUI MANUELA DI CENTA, RIVELANDO L’USO

DI DOPING FATTO DA MOLTI ATLETI NEGLI ANNI ’80 E ’90 - A FARE DA GRANDE ACCUSATORE DELLA CAMPIONESSA, SANDRO DONATI, DIRIGENTE DEL CONI E CONSULENTE DELL’AGENZIA MONDIALE ANTIDOPING: “HA FATTO SICURAMENTE USO DI EPO. E COME LEI PANTANI, FAUNER (ATTUALE CT DEL FONDO), DE ZOLT, ALBARELLO, FONDRIEST, CHIAPPUCCI”…

Paolo Brusorio per "la Stampa"

Sinivalkoinen vahle»: titolo finlandese incomprensibile. «La menzogna bianco blu», ecco in italiano è meglio. Così si chiama il docufilm presentato martedì ad Helsinki che proietta ombre lunghe assai sul mondo del fondo. Budget di 390 mila euro, un'ora e mezza che affonda la lama nella piaga: il doping. Le testimonianze fanno a pezzi lo sport nazionale finlandese, miti del Grande Nord come Juha Mieto, oro nella 50 km del 1973 e vincitore di ben 5 medaglie olimpiche, tecnici pluri chiacchierati.

Uno su tutti: Jarno Punkkinen. A lungo allenatore dello squadrone finlandese, ha diretto la nazionale italiana dal 1984 al 1990. E l'incrocio tra la sua attività (e la sua fama) con la squadra azzurra produce testimonianze inquietanti. Nel film infatti vengono sentiti Giuseppe Puliè e Silvano Barco, nazionali all'epoca, che rimettono in discussione quegli anni. Puliè, argento nella staffetta di Albertville '92, racconta di come i fondisti azzurri avrebbero fatto ricorso alla pratica dell'autoemostrasfusione fino al 1988, nonostante fosse vietata dal 1985.

Barco, già reo confesso, ammette di essersi ripulito il sangue, e di non averlo fatto da solo, ma anche di aver fatto un passo indietro di fronte all'assunzione della famigerata Epo da laboratorio. Fu la prima frontiera dei trucchi contro la fatica, da allora il doping ha corso velocissimo, l'antidoping anche e la gara è aperta.

Il cotè italiano non finisce qui. La storia è nota, ma non dimenticata. Nel film infatti compare un uomo che le sue denunce le fa da anni. A volte inutilmente, altre scatenando reazioni violente: Sandro Donati, già tecnico dell'atletica e dirigente del Coni e ora consulente della Wada, l'agenzia mondiale Antidoping. Parole pesanti le sue: «Manuela Di Centa ha fatto sicuramente uso di Epo». Boom: Manuela Di Centa, 7 medaglie olimpiche. Parliamo a Donati mentre sta entrando alla prima del film, lui conferma quanto detto nel documentario e rincara.

«Non lo dico io, ma i periti e la magistratura di Ferrara nell'indagine che ha coinvolto 33 atleti, non solo la Di Centa». L'indagine, quella intorno al laboratorio del professor Conconi si concluse con l'assoluzione del medico e dei suoi collaboratori e del Coni grazie alla prescrizione, ma nella sentenza il tribunale confermò dopo superperizie la pratica dell'autoemostrasfusione sugli atleti che avevano rapporti con il centro di Ferrara. «Cattiva abitudine» per alcuni poi sfociata nell'utilizzo dell'Epo secondo la magistratura.

È così, per Donati, che si inchioderebbe una bella fetta dello sport italiano: in quel fascicolo oltre alla regina delle nevi, c'erano Pantani, Fauner (attuale ct del fondo), De Zolt, Albarello, Fondriest, Chiappucci. Insomma, fondisti e ciclisti. «Perché nessuna squalifica? Perché allora, a differenza di adesso, la Procura sportiva non prendeva in considerazione le indagini della giustizia ordinaria».

Il fatto che Manuela Di Centa mai sia stata trovata positiva non ferma Donati. Che invece, sull'onda del film, insiste: «I suoi valori ematici hanno sempre avuto delle variazioni macroscopiche e guarda caso in corrispondenza dei grandi avvenimenti. Mutazioni non credo giustificabili dai suoi problemi fisici».

Insomma, il gran fustigatore ci dà dentro. «I tecnici finlandesi hanno avuto grande parte in questa degenerazione, il resto, per tutto il mondo del fondo, l'hanno fatto dei controlli compiacenti e l'aver alzato in maniera esagerata i limiti di tolleranza. Una sorta di complicità oggettiva». Di tutto questo avremmo voluto parlare con Manuela Di Centa, una delle glorie azzurre: «Quando, e se, vedrò il film risponderò. E comunque c'è già stata una sentenza», la sua replica. «Sinivalkoinen vahle» uscirà in Finlandia il 5 ottobre, se mai diventerà «La menzogna bianco blu» allora sì ne ridiscuteremo.