Mastella, l’assoluzione e l’accanimento. Governo: salvo intese, tutto ok

Categoria: Giustizia

un decreto legge per interventi pubblici a Genova dopo il crollo del ponte Morandi, “salvo intese

21 Settembre 2018 alle 06:04

Lettere Direttore 21.9.2018 www.ilfoglio.it

1-Al direttore - Il ministro dell’Economy.

Giuseppe De Filippi

Al direttore - Qualche giorno fa il Tribunale penale di Napoli ha pronunciato sentenza di assoluzione piena nei confronti del sottoscritto, e di numerosi altri “malcapitati”, a chiusura del II troncone delle indagini che, nel lontano 2008/2009 videro coinvolti il ministro della Giustizia, la sua famiglia, gli assessori regionali e quasi tutti i vertici regionali e nazionali del partito. Sono trascorsi circa 10 anni da quelle vicende e tutti i processi si sono conclusi con assoluzione piena: sia i due processi “principali” presso il tribunale di Napoli sia quelli generati presso i tribunali di Benevento e Salerno si sono definiti con formule di assoluzione piena che “sconfessano” il teorema accusatorio della procura di S. Maria Capua Vetere e di Napoli, per effetto del quale i componenti dell’Udeur, ai diversi livelli, si erano resi partecipi di ipotesi di reati di concussione, falso, sino a giungere a una fantomatica ricostruzione di “associazione a delinquere” – respinta dalla Corte di cassazione già da oltre 2 anni – che si sarebbe perpetrata più o meno dal raggiungimento della maggiore età del sottoscritto Clemente Mastella sino al 2008, involgendo addirittura ipotesi di reato connesse alla costruzione della mia casa di residenza compiuta negli anni ’79/80! Facendo i calcoli, la somma delle pene per i reati contestati al ministro Mastella arrivava a quasi 100 anni. Il decuplo di quanto inferto penalmente ai criminali di mafia di Roma capitale, quasi un ergastolo. La conclusione di queste vicende impone a mio avviso alcune schematiche riflessioni. In primo luogo le quattro sentenze di assoluzione rendono evidente come le accuse partorite dalle citate procure nell’autunno 2007 costituiscono un esempio di “mala gestio” dell’azione penale che dovrebbe essere valutata nell’analisi dei curricula degli attori/procuratori che hanno dato origine a questa vicenda.

Si noti bene che non s’intende riproporre il tema della responsabilità civile e contabile dei magistrati bensì sul tema più generale della valutazione di soggetti giuridici che esercitano mediante arresti e altri mezzi cautelari un’azione penale ricostruendo un teorema accusatorio privo oggi come allora di qualsivoglia fondamento e che dunque esercitano male il proprio “mestiere”. Il secondo elemento di riflessione è connesso alla creazione di un teorema accusatorio che, alla luce delle sentenze intervenute, ha portato alla distruzione di un partito di persone per bene, piccolo ma onesto, che evidentemente cominciava a creare problemi. Da ultimo un’ulteriore riflessione sulla vicenda mediatica si impone soprattutto allorquando vengono interessati uomini e donne con cariche pubbliche, e i componenti sostanzialmente di un intero partito. Ricordiamo tutti la conferenza stampa del procuratore di Santa Maria all’atto degli arresti il 16.01.2018 (arresti come di consueto comunicati prima alla stampa che agli interessati): ricordiamo altresì sulla nostra pelle le parole evidenziate in numerosi articoli laddove i gip interessati alle vicende cautelari definivano il presidente del Consiglio regionale e gli assessori “soggetti socialmente pericolosi”. Ebbene tale clamore mediatico ha un suo illogico contraltare nelle pagine dei giornali odierni. Sono trascorsi dieci anni e forse di queste vicende se ne dovranno occupare gli storici: non di meno una cronaca completa della vicenda a chiusura delle assoluzioni predette potrebbe consentire ai lettori di ricordare tali episodi, e di ripristinare forse quella fiducia nei componenti del partito “assalito”, fiducia che inevitabilmente si è venuta a oscurare in questo triste decennio. Non è il caso di disturbarLa ulteriormente ma siamo sicuri che queste amare riflessioni la troveranno compartecipe.

Clemente Mastella

Quando un magistrato gioca con gli aggettivi di solito lo fa perché sta cercando di dimostrare con l’emozione qualcosa che non riesce a dimostrare con le prove. Anche stavolta è andata così.

 

2-Al direttore - Giovedì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge per interventi pubblici a Genova dopo il crollo del ponte Morandi, “salvo intese”: in pratica significa che il contenuto del decreto, che una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale avrà immediato vigore, sarà stabilito da due o tre ministri (Interno, Infrastrutture, Economia) se e quando riusciranno a trovare un accordo sul suo contenuto. Larticolo 95 secondo comma della Costituzione stabilisce che i ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei ministri e individualmente degli atti dei loro dicasteri: come possono essere gli altri ministri responsabili di un atto del contenuto del quale verranno a conoscenza solo dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale? E’ legittima la procedura seguita? Il capo dello stato può legittimamente promulgare questo decreto legge? Ci sembrava di ricordare che il presidente del Consiglio è un professore di Diritto, ma certamente è un nostro errore di conoscenza.

Mario Pacelli, Giampaolo Sodano

Potremmo rigirarla così: l’Italia resisterà, salvo intese tra Di Maio e Salvini.