Giustizia, terremoto al Palazzaccio: il Consiglio di stato azzera i vertici della Cassazione

Categoria: Giustizia

Alla vigilia dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, che si svolgerà il 21 gennaio, respinti i vertici scelti dal Csm nel 2020. Bocciate le nomine del primo presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio e della presidente aggiunta Margherita Cassano, la prima toga rosa a rivestire un incarico di così alto prestigio

14.1.2022 italiaoggi.it lett3

Terremoto al "Palazzaccio". Il Consiglio di Stato ha annullato le nomine del primo presidente della Corte di Cassazione Pietro Curzio e della presidente aggiunta Margherita Cassano, la prima toga rosa a rivestire un incarico di così alto prestigio. Con due sentenze depositate oggi Palazzo Spada ha dichiarato illegittime le nomine che il Csm aveva deliberato nel luglio 2020 accogliendo il ricorso di Angelo Spirito e ribaltando le sentenze del Tar che lo aveva respinto. I giudici amministrativi hanno riformato le precedenti sentenze del Tar che avevano respinto i ricorsi di Angelo Spirito, presidente della terza Sezione civile della Suprema Corte e concorrente sconfitto per entrambi gli incarichi direttivi. Entrambe le nomine – si legge nei provvedimenti – risultano “manifestamente irragionevoli e difettosamente motivate” in relazione agli indicatori di cui al Testo unico sulla dirigenza giudiziaria. La palla ora torna al Csm, che dovrà riaprire la procedura di nomina: l’organo potrà ripetere le stesse scelte, ma per farlo sarà necessaria una diversa motivazione. Entrambi i magistrati sono iscritti a una corrente: Curzio è membro di Magistratura democratica (la sigla di sinistra), Cassano di Magistratura indipendente (il gruppo conservatore).

A questo punto si apre l'incognita dell'inaugurazione dell'anno giudizario in Cassazione. Venerdì 21 gennaio, infatti, è prevista la cerimonia solenne. Ad aprirla dovrebbe essere il discorso sullo stato della giustizia italiana del primo presidente. A questo punto cosa accadrà? Con la sentenza del Consiglio di Stato, infatti, il primo presidente della Corte di Cassazione, Pietro Curzio, ora è formalmente decaduto dalla carica. Il deputato di Azione Enrico Costa, già sottosegretario alla Giustizia, parla di “figuraccia a pochi giorni dall’inaugurazione dell’anno giudiziario. Cosa deve ancora capitare perché il Parlamento sia messo in condizione di votare la riforma del Csm?

Gli emendamenti del Governo congelati a Palazzo Chigi non sono un buon biglietto da visita per un premier decisionista come Draghi”. “Conoscendo il modo di operare del Csm, faranno di tutto perchè a seguito della decisione del Consiglio di Stato non succeda niente”, dice all’Ansa il professor Franco Gaetano Scoca, il legale amministrativista che ha assistito il ricorso di Spirito. Rifare le stesse scelte, spiega, non è una strada facile, dal momento che il Consiglio di Stato ha ribaltato tutta l’impostazione delle due delibere. La verità – accusa – è che il Csm fa quello che vuole e procede a fare le nomine non in base ai criteri fissati nelle circolari dallo stesso Consiglio superiore della magistratura, ma in relazione alle richieste che gli provengono dalle correnti“. Di “clamorose decisioni” parlano i componenti di Forza Italia in Commissione Giustizia alla Camera, rilanciando “il sorteggio temperato per la elezione della componente togata del Csm come unica soluzione per limitare il peso delle correnti”.

 

"Dopo la vicenda giudiziaria della nomina del Procuratore di Roma, ora una nuova pronuncia del Consiglio di Stato azzera il vertice della Suprema Corte di Cassazione. L'ennesimo terremoto giudiziario che rende evidente la necessità di una riforma urgente del meccanismo di nomina dei magistrati e dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura". Così Antonino Galletti, Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Roma, commenta la pronuncia del CdS sulla nomina del Primo Presidente e del Presidente Aggiunto della Suprema Corte. "A una settimana dall'Inaugurazione dell'Anno giudiziario - spiega Galletti - ci troviamo dinanzi a una decisione che certo non intacca il prestigio di figure istituzionali stimatissime quali il Presidente Curzio e il Presidente Cassano, ma sicuramente mette in discussione i meccanismi che in seno al CSM hanno portato alla loro nomina, viziati secondo il Consiglio di Stato da logiche meritevoli di censura". "Al Ministro Cartabia chiediamo di procedere rapidamente nella riforma del CSM - conclude Galletti - per evitare che altre sentenze come queste o, come accaduto in passato, altre nomine reiterate dal Consiglio Superiore, nonostante la bocciatura giurisdizionale, generino smarrimento nei cittadini e negli operatori tutti della Giustizia”.