Il punto. Renzi non ha riformato la p.a. e le imprese non possono fare pil

Categoria: Italia

Al terzo anno del suo governo la realtà rimane anni luce distante dai contenuti delle sue slides.

 di Edoardo Narduzzi  Italia Oggi 3.5.2016

Matteo Renzi aveva promesso una rottamazione a tutto tondo e una riforma storica della burocrazia italiana. Al terzo anno del suo governo la realtà rimane anni luce distante dai contenuti delle sue slides. Alcuni episodi specifici nei quali mi sono imbattuto nell'ultima settimana lo certificano. Parliamo della pubblica amministrazione del Centrosud, una macchina che continua a ignorare l'impresa e il suo contributo alla generazione del pil e dell'inflazione. Una macchina nella quale il buonsenso e la produttività sono ignoti ai più. I fatti raccontati hanno tutti i dettagli necessari alla loro identificazione che ometto perché da italiano ornai mi vergogno del fare quotidiano della burocrazia.

Scrive una camera di commercio del Sud chiedendo 432 euro di sanzione per una ritardata comunicazione. Non via Pec, ovviamente, ma in cartaceo. E ha anche la pretesa, nel 2016 non nel 1980, di pretendere il pagamento esclusivamente per bollettino postale (niente Internet quindi) e di «inviare tempestivamente l'attestazione di pagamento via fax (!)».

Una società che gestisce i fondi per l'innovazione per conto di una importante regione comunica a due piccole imprese che hanno perso il diritto al contributo per l'investimento fatto. Ovviamente nessun confronto preventivo è stato mai cercato dalla solerte burocrazia. Di quale colpa si sono macchiate le due sventurate pmi? Si sono fuse, circa un anno dopo la chiusura del progetto di ricerca, per rafforzare la loro offerta industriale. Hanno investito in innovazione e perciò deciso di unire le forze per vendere meglio. Il bando è del 2010, il progetto di ricerca si è chiuso nel 2014, ma a metà 2016 la burocrazia regionale non ha ancora liquidato il contributo. Che colpa ne hanno le due pmi se la burocrazia impiega due anni a liquidare una pratica che in Germania o in Finlandia pagherebbero in 30 giorni? Nessuna, ovviamente, ma non possono pretendere di fare politica industriale e fondersi o lanciarsi nel m&a perché sono, senza saperlo, prigioniere delle lentezze della burocrazia. Se vogliono il loro contributo sugli investimenti fatti nel 2013 e nel 2014 in ricerca non possono prendere nessuna decisione industriale.

Altro ministero altra storia da burocrazia terzomondista. Una start-up fondata da tre Ph.D in ingegneria ottiene un contributo da una società del Ministero del lavoro. Per avere l'anticipo occorre una fideiussione. E qui iniziano i guai. Dopo quasi due mesi stanno ancora provando a venirne a capo. Si tratta di una start-up, badate bene, che dovrebbe correre come una lepre. Con la qualità dei servizi erogati dalla burocrazia non è più possibile fare impresa. Condannare le pmi e le start-up a questo confronto significa solo una cosa: creare sottosviluppo. Non resta che sperare nel fatto che gli austriaci non riescano a bloccare il valico del Brennero e che la Troika possa trovare agilmente la sua strada per calare finalmente a Roma

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