Scende in campo persino la Resistenza

Categoria: Italia

Uno schema questo vecchio di settant'anni

 di Domenico Cacopardo Italia Oggi 12.5.2016

Il clima referendario (un appuntamento per ottobre) si sta scaldando per iniziativa e opera di coloro che intendono organizzarsi per sostenere il «No». È, di sicuro, troppo presto, ma questo anticipo prefigura uno schema organizzativo di massa, cui, a dire il vero, non risponde il Pd periferico, ancora distratto e disinteressato. Forse addirittura freudianamente sul fronte opposto a quello di Renzi. Del che qualcuno in via di S. Andrea delle Fratte dovrebbe preoccuparsi. Che lo schema sia quello vecchio di settant'anni lo dimostrano due episodi, collegati tra di loro più di quanto si possa a prima vista immaginare.

Il primo riguarda l'Anpi nazionale, in vita per la generosa partecipazione di «giovani che essa intendono perpetuare le tradizioni della Resistenza», che ha diramato, a firma del presidente Smuraglia quest'ordine del giorno: «Vista la decisione che il sapore dell'unanimità (venti voti favorevoli e tre astensioni) su proposta del Presidente, a nome di tutta la Segreteria, di aderire al Comitato per il No alla riforma del Senato e al Sì sui quesiti per correggere la legge elettorale, almeno su alcuni punti essenziali adesso siamo tutti impegnati a rispettare le decisioni anche se è evidente che chi ha un'opinione diversa potrà sempre esprimersi nel voto (ma non con iniziative contrastanti con la linea adottata dal massimo organo dirigente)». Manca solo il richiamo a Lavrentiy Beria, l'uomo delle purghe staliniane, e saremmo nel pieno dell'ortodossia sovietica.

La seconda citazione è dedicata alla lettera a Repubblica di Armando Spataro, procuratore della Repubblica a Torino. Di magistratura e politica scrivo proprio oggi in altra pagina. Qui mi preme ricordare che Spataro fra l'altro fa riferimento, a proposito del referendum del 2006, che vinse, anche col mio voto, il «No» (per il quale s'era battuto), anche mediante: «Una capillare opera di informazione...».Eh no! L'opera di cuiparla, in sostanza, era opera di propaganda delle opinioni degli oppositori di quella riforma. Tale è la cosiddetta informazione di questi giorni. La verità vera è un'altra: un elettore coscienzioso la può trovare in una lettura non viziata da pregiudizi dei testi in discussione.

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