Questo nuovo senato fu del Pds

E le Regioni ora rivogliono l'aberrante Titolo quinto

 di Cesare Maffi Italia Oggi, 20.5.2016

È un gran sommovimento, nel mondo giornalistico centro-destra, da parte di chi sostiene Matteo Renzi.

A dare man forte al Foglio è arrivato Vittorio Feltri, che, alla direzione di Libero (il quotidiano, del resto, che lui fondò) col piglio polemico che gli è proprio, sostiene che Silvio Berlusconi sbaglia a votare no perché la riforma costituzionale è rimasta quella che lui stesso aveva concordato tramite il patto del Nazareno.

Che Berlusconi abbia cambiato idea sulla riforma che fu da lui promosso sostento e votata non c'è dubbio. Possono essere cambiate le sue conveniente. O ha il dente avvelenato contro Renzi che ha fatto eleggere presdiente della Repubblica Mattarella al posto di Amato.

Non si capisce però perché una parte del Pd sia oggi contraria a questa revisione costituzionale, visto che questa trasformazione del Senato a marcia ridotta e di stampo regionalistico era proprio quella che voleva l'Ulivo fin dalle origini e che poi aveva sostenuto Bersani quando, da segretario del Pd, aveva presentato il suo logorroico programma del partito. Renzi, da semplificatore qual è, avrebbe voluto fare una riforma basata su un solo articolo: «Il Senato è abolito». E sarebbe stata finita lì.

Non lo fece perché il sistema di potere bersaniano (allora ancora molto forte con il suo stuolo di parlamentari nominati personalmente dal politico piacentino) e quello degli enti locali (con le Regioni in testa) erano interessati a indebolire il ruolo statale del Senato e puntavano su una sua valorizzazione e trasformazione del Senato come Camera delle autonomie, Stupisce adesso che questi ambienti che hanno imposto (e anche votato) questa tipo di riforma siano intenzionati a vot6are di no in occasione del referendum.

La loro motivazione infatti non è contro la riforma ma contro Renzi che sarebbe rafforzato se la riforma passasse. Inoltre gli esponenti regionali del Pd temono che passo il deleterio (per il paese; non per loro) capitolo quinto che toglierebbe molte competenze assurdamente attribuite alle Regioni e che oggi, con questa riforma, tornano giustamente allo Stato.

Non a caso sulle barricate sono saliti presidenti regionali come Sergio Chiamparino, attuale presidente della Regione Piemonte che, fino a poco tempo fa, era un acceso filo renziano ma che adesso, da presidente della Regione Piemonte, vede le cose in altro modo.

Categoria Italia referendum

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