Uffizi, il caso kafkiano del direttore multato

Il direttore Schmidt sanzionato per un audio anti-bagarini. «Faceva pubblicità». Burocrazia al potere. Proprio come ne Il processo.

di David Allegranti | 27 Maggio 2016 lettera43

«Qualcuno doveva aver diffamato Josef K., perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato». (Kafka, Il processo)

Gli Uffizi nel 2015 hanno registrato oltre 1,9 milioni di visitatori.

Eike Schmidt, tedesco, da pochi mesi direttore degli Uffizi, arrivato a Firenze con un super pubblicizzato bando internazionale, è stato multato dal Comune (422 euro di multa diminuiti a 295 se pagati entro cinque giorni) per aver diffuso un messaggio audio anti-bagarini.

Secondo il verbale della polizia municipale, è stato violato un articolo del codice della strada poiché Schmidt «effettuava pubblicità fonica a mezzo altoparlanti posizionati sotto il loggiato degli Uffizi, privo della prescritta autorizzazione».

L'AUDIO ANTI-BAGARINI.In effetti, un museo che nel 2015 ha registrato 1.971.596 visitatori, al terzo posto in classifica dopo il Colosseo e gli scavi di Pompei, il 2% in più rispetto al 2014, ha proprio bisogno della «pubblicità» per attirare pubblico.

Nell’audio diffuso a cadenza regolare, però, non si sentono jingle acchiappa turisti. Si sente solo il direttore Schmidt.

Avverte i visitatori che nel cortile degli Uffizi ci sono «scippatori e bagarini» e che il prezzo ufficiale per entrare al museo è di 12,50 euro, che diventano 16,50 con la prenotazione per evitare le lunghe code. «Il museo non ha alcuna responsabilità per i biglietti falsi», dice Schmidt nell’audiomessaggio.

 «NESSUNA PUBBLICITÀ».«Noi non facciamo pubblicità, e ho fatto inserire nel verbale che non ci è mai stato intimato, come sostiene la Polizia municipale, di interrompere il messaggio», ha ribattuto dopo la contestazione della polizia municipale.

Secondo il direttore, non c’era stato bisogno di chiedere autorizzazioni perché il loggiato è del Demanio, quindi non ascrivibile al territorio comunale: «Non voglio fare polemiche, ma so per certo che dai vertici di Palazzo Vecchio non c’è stata intenzione di arrivare a questa multa: tutto ciò è probabilmente iniziativa di qualche burocrate impazzito».

Il sindaco Dario Nardella, alle prese con la voragine del Lungarno Torrigiani, ha spiegato che «come in Germania anche in Italia ci sono delle regole: quando queste regole non si rispettano scattano delle sanzioni. Se il direttore degli Uffizi ha ragione, farà ricorso contro le regole: qui non c’è da fare né dibattiti né polemiche».

MESSAGGIO POCO INCORAGGIANTE.Evidentemente qualcuno non deve aver gradito la “cattiva” pubblicità del direttore degli Uffizi, che con quel messaggio sottolineava, in piazza, il problema dell’abusivismo in centro storico.

Ma non ci voleva certo Schmidt per raccontare un fatto palmare: a Firenze spopolano venditori di borse false e paccottiglia varia per le vie del centro, che aprono i loro sacconi ed espongono la merce come al mercato.

E siccome non di solo pellame più o meno raffazzonato vive il commercio abusivo fiorentino, c’è anche un mercato florido di bagarinaggio e scippatori.

Il messaggio che arriva e che viene recapitato all’esterno dunque è tutto fuorché incoraggiante: le regole dei burocrati si applicano kafkianamente a chi prova a ristabilire un minimo di civiltà.

Risultato: «processo» e multa. La mattina del 27 maggio Schmidt è andato in banca e ha pagato 295 euro. Di tasca sua.

Categoria Italia

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