1-Sumaya Abdel Qader ottiene oltre mille preferenze personali e vola verso Palazzo Marino

Categoria: Italia

in passato era stata contestata da comunità ebraica e musulmani moderati 2- Ecco top e flop tra i candidati consiglieri,

Ivan Francese - Lun, 06/06/2016 - 12:27 Giornale

Sumaya Abdel Qader ce l'ha fatta. La candidata musulmana del Pd alle elezioni comunali di Milano è stata sommersa da una valanga di voti, con oltre mille preferenze personali.

Lo ha annunciato lei stessa questa mattina con un post sul proprio profilo Facebook, rivendicando un "importante risultato personale": "Un sentito grazie ai più di mille milanesi che hanno voluto darmi fiducia ieri scrivendo il mio nome scrive la candidata - Un importante risultato personale certamente, ma non è finita. Il 18 giugno andremo al ballottaggio e servirà ancora l'impegno di tutti per portare a casa la vittoria definitiva."

Chi è Sumaya

Sumaya, musulmana osservante, correva per un seggio a Palazzo Marino come sesta candidata in lista per il Partito Democratico, terza donna dopo l'ex vicesindaco Carmela Rozza e Milly Moratti. Nel corso della campagna elettorale si è guadagnata una notevole visibilità intestandosi molte battaglie per i diritti dei cittadini milanesi di religione musulmana, a partire da quella per la costruzione di una moschea, promessa da Pisapia ormai cinque anni fa e poi mai realizzata.

La prossima consigliera comunale incassa inoltre il sostegno del Caim, sigla che riunisce molte associazioni islamiche del Milanese e che spesso è stata attaccata dalle frange moderate della galassia islamica milanese.

Le critiche della comunità ebraica

La figura di Sumaya, peraltro, è stata anche criticata in occasione dell'ultimo 25 aprile, quando aveva rilasciato dichiarazioni che avevano fatto infuriare la comunità ebraica: "Sfilerei con la brigata ebraica senza problemi - aveva scritto - se non confondesse il suo essere profondamente italiana con Israele che non rappresenta me e tanti italiani." Parole accolte con fastidio da piddini legati alla comunità ebraica meneghina, con Emanuele Fiano che aveva giudicato "inaccettabile" l'esitazione, da parte di un candidato Pd, a sfilare dietro il vessillo della brigata ebraica, e con Daniele Nahum, che aveva accusato la compagna islamica di partito di confondere la sfilata del 25 aprile con il carnevale ambrosiano.

2-Elezioni Milano: ecco top e flop tra i candidati consiglieri, Affaritaliani 6.6.2016

I primi verdetti delle urne milanesi: Gelmini e Majorino volano, Salvini non traina. Male gli arancioni

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Tra Beppe Sala e Stefano Parisi il primo round si è concluso con un pareggio quasi perfetto che, a seconda delle interpretazioni, sicuramente finirà per essere giudicato tanto una vittoria quanto una sconfitta. Verdetto ad ogni modo rinviato al 19 giugno. La lunga notte del 5 giugno ha comunque già emesso le sue prime sentenze: ecco i top e i flop tra i candidati consiglieri nelle varie liste.

La regina delle preferenze è Mariastella Gelmini, Forza Italia, che arriva a sfiorare i 12mila voti personali. Vola anche Pietro Tatarella, a 5.505 preferenze. I due acuti di una performance complessiva, quella degli azzurri, che vale oltre il 20% dei voti. Il contraltare è rappresentato dall'11,7% della Lega Nord: il contributo del capolista Matteo Salvini è attorno ali 8mila  voti. Tanti ma non un diluvio di preferenze. E nessuno del Carroccio sta comunque al suo passo: solo Alessandro Morelli supera i mille voti. Sottotono anche Maurizio Lupi, capolista di Milano popolare, che con poco più di 1500 voti si vede ampiamente superato anche dal compagno di lista Matteo Forte, oltre le 2.200 preferenze. In campo per Stefano Parisi, anche l'ex sindaco Gabriele Albertini, capolista di Io corro per Milano, che porta a casa meno di 1.400 preferenze. Anche in questo caso potrebbero non essere considerate molte. L'highlander Riccardo De Corato, Fratelli d'Italia, non sbaglia invece un colpo e vola sopra le 2.300 preferenze personali.

Passando all'altro fronte, quello delle liste a sostegno di Beppe Sala, una delusione è rappresentata sicuramente da Daria Colombo, capolista di Sinistra x Milano, che arriva appena a poco più di 800 preferenze. Meglio di lei, Anita Pirovano, oltre 1400, Luca Gibillini, oltre mille, Paolo Limonta, oltre 1400, oltre a un sorprendente Filippo Del Corno: l'assessore sfiora le 2mila preferenze. Al contrario, sottotono un altro assessore: Franco D'Alfonso, con poco più di 700 voti nella lista "Beppe Sala sindaco", in cui invece ben figura Cristina Tajani, vicina alle 1300 preferenze. Infine il Pd: Pierfrancesco Majorino vola alto attorno alle 7.500 preferenze: un non renziano è il più votato del Pd. Più di 5100 i voti per Pierfrancesco Maran. Marco Granelli è a oltre 3100, poco meno Carmela Rozza. Milly Moratti è stata scelta da oltre 1700 elettori. Sumaya Abdel Qader, al centro di polemiche per la sua presunta vicinanza ad ambienti dell'Islam radicale, supera le mille preferenze.

Aveva vinto le primarie e si conferma non per caso: Patrizia Bedori, candidata sindaco designata dal Movimento Cinque Stelle che ha ceduto l'onere in corsa a Gianluca Corrado porta comunque in dote ai pentastellati oltre 1.200 preferenze. Molti più di quanti l'avevano scelta alle consultazioni Comunarie. Il 3,5% di "Milano in Comune" è frutto, oltre che del candidato sindaco Basilio Rizzo, anche delle performance di Luciano Mulhbauer e Anita Sonego, 1400 preferenze a testa.

Per quanto riguarda le performance dei partiti, il Pd si conferma primo partito con il 28,97%, comunque ben lontano dal 44% abbondante delle Europee 2014. Tra gli alleati, non è poco il 7,68% della lista che porta il nome di Sala, mentre Sinistra x Milano si rivela una delusione. La lista arancione vale 3,83%, decisamente meno che nel 2011. A centrodestra non entusiasma il 3% e spiccioli portato a casa da lista Parisi e da Popolari, ma può esultare Forza Italia che con il 20,4% è il secondo partito cittadino e tiene decisamente a distanza la Lega, all'11,77%. Che è comunque il migliore risultato del Carroccio a Milano da cinque anni a questa parte.