Renzi tira dritto. Schiaffo a Verdini-Alfano-Bersani

Categoria: Italia

Matteo Renzi tira dritto e si gioca il tutto per tutto

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74) affaritaliani ).6.2016

Primo schiaffo alla minoranza dem. "No, non ci sarà un vicesegretario unico. I problemi non li risolvi con uno o due vicesegretari, è una cosa molto autoreferenziale", ha detto il premier smentendo clamorosamente l'ipotesi di Lorenzo Guerini unico vice per fare un passo di lato e accontentare così la minoranza dem. E ancora: "Noi nel partito ci entreremo con il lanciafiamme, subito dopo i ballottaggi. Non sono espulsioni, le espulsioni le fanno gli altri. Ma bisogna premiare quelli che lavorano, che vanno ai tavolini, non quelli che pensano solo alla propria carriera", ha aggiunto. 

Secondo schiaffo ai verdiniani. "E' un non tema quello dell'alleanza con Verdini. Non c'era un'alleanza con Verdini o Ncd alle Comunali, c'erano diverse alleanze in qualche comune. Ma io sono sostenitore di una legge elettorale, l'Italicum, che prevede il premio alla lista e non alla coalizione". Ed ecco il triplo schiaffo a Verdini, ad Alfano e alla sinistra interna.

La legge elettorale non si cambia, nonostante le richieste di Ala, Ncd e Bersani. Ancora il presidente del Consiglio: "Assolutamente no. Abbiamo già detto che la permanenza al Governo è legata all'esito del referendum". Così Renzi, ospite di 'Otto e mezzo', ha risposto a chi gli chiedeva se si dimetterebbe in caso di sconfitta ai ballottaggi di Roma e Milano. "Non vedo cosa c'entra l'esperienza amministrativa" con il destino del governo, ha spiegato Renzi, secondo il quale, "quello che succede se perdiamo Roma è che saltano le Olimpiadi". Insomma, il premier-segretario tira dritto, non concede nulla agli alleati interni ed esterni e si gioca tutto sulla prova di forza del referendum istituzionale dell'autunnno. Vedremo ora cosa faranno la minoranza dem (che potrebbe togliere il sostegno alle riforme, voce che circolava prima delle Amministrative di dimenica scorsa) e i verdiniani (che hanno minacciato "scherzetti" e "ripercussioni" in Parlamento).