Pur di far morire Renzi abbattono il partito

Categoria: Italia

I liquidandi sono proprio loro, sinistra dura e pura di un partito, rimasta legata a un Kombinat di interessi e di organizzazioni spazzati via dalla crisi economica e dalla crisi della politica che interpretano.

 di Domenico Cacopardo Giornale 9.6.2016

La prudenza di Matteo Renzi nel commentare i risultati del primo turno delle elezioni comunali e nell'ammettere la dura battuta d'arresto subita dal Pd a Roma e a Napoli, non deve indurre ad affrettate condanne o promozioni. Il Pd di Matteo Renzi si deve confrontare da almeno un anno e mezzo con una minoranza interna, in sostanza, gli «apparitikni» provenienti dal lontano passato, il cui obiettivo è quello di liquidare il premier-segretario anche a costo di liquidare il loro partito. Per l'eterogenesi dei fini, sta in effetti accadendo qualcosa del genere. Solo che i liquidandi sono proprio loro, sinistra dura e pura di un partito, rimasta legata a un Kombinat di interessi e di organizzazioni spazzati via dalla crisi economica e dalla crisi della politica che interpretano.

È proprio impossibile immaginare che Renzi si metta a inseguire i Fassina&sodali, già usciti, e i loro amici rimasti in casa. Sa bene, e lo ha detto più volte, che questa è tutta gente specializzata in ricette inattuali e in insuccessi elettorali, proprio per idee e linguaggi che non appartengono più ai tempi nostri. La legge del contrappasso, dopo avere colpito e spazzato via la Democrazia cristiana e i socialisti (due dei tre pilastri della Resistenza e della Repubblica), in questi anni ha azzerato il peso degli ex comunisti, rendendoli ospiti nella loro casa, espropriata dal tempo e da un giovane leader che non teme le parole e i cambiamenti. Certo in molti casi, si tratta di gente che ha dato un contributo al paese, come tanto dettero diversi esponenti del passato. Ma le generazioni si succedono e chi è nato negli anni 70 non ha nessuna partecipazione razionale ed emotiva alla storia della Repubblica, nessuna affezione per i partiti tradizionali. E non è sensibile ai problemi di democrazia che gli altri, i vecchi, colgono di continuo.

Il medesimo voto massiccio a Berlusconi prima, e ai grillini poi, mostra che i partiti autocratici e padronali non suscitano i sospetti e il rifiuto che suscitavano in passato e possono tranquillamente dilagare con slogan che, chi ha ricordo della guerra, considera blasfemi. I puri e duri perderanno la battaglia, è fatale. Meritano rispetto per ciò che hanno fatto, comprensione per gli errori, onori per l'età. E basta.

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