Il sottosviluppo non è colpa dei politici ma della burocrazia

Categoria: Italia

disoccupazione giovanile su livelli indegni dell'Europa, perché pari al 40%, la colpa è oggi sempre meno dei politici e sempre più dei burocrati

 di Edoardo Narduzzi Italia Oggi, 28.6.2016

Se il pil italiano rimane incatenato a una crescita da zero virgola e la disoccupazione giovanile su livelli indegni dell'Europa, perché pari al 40%, la colpa è oggi sempre meno dei politici e sempre più dei burocrati. La Regione Lazio offre l'ennesimo paradosso di questo confronto tra una classe politica modernizzatrice e una macchina burocratica intenta a seguire solo interpretazioni formali e antisviluppo.

Il governatore Nicola Zingaretti sta facendo oggettivamente un buon lavoro in materia di start-up. Primo in Italia ha annunciato di voler perfino rimborsare l'Irap pagata nell'ultimo biennio dalle start-up con una sede operativa nel Lazio. Peccato che la cinghia di trasmissione delle sue politiche si chiami LazioInnova, una tradizionale macchina burocratica che impiega quattro anni a liquidare un progetto di ricerca della durata di 24 mesi.

I funzionari sono anche bravi, lavorano con abnegazione e non sono minimamente corrotti (negli anni non ho mai registrato una condotta irregolare, ndr), ma la cultura dominante è quella giuridico-amministrativa finalizzata alla minimizzazione dei rischi.

Così capita che un giovane sviluppatore, Simone Jacoella, decida di partecipare al bando di LazioInnova per i Creativi digitali. Come spiega il sito della Regione Lazio dedicato al bando deve realizzare un prototipo di app in fase Beta e pubblicarlo su uno store per ottenere il finanziamento (). Una società tutor, che anticipa i soldi al giovane sviluppatore, dopo essere stata richiesta dalla regione, perché tali bandi non sarebbero possibili senza il supporto e gli investimenti dei privati, sviluppa la app GEEOB in circa sei mesi e la pubblica su GooglePlay.

Nel frattempo, Jacoella, come avviene in tutti i mercati avanzati, si mette in moto per trovare dei veri finanziatori della sua idea e questi gli suggeriscono, per non perdere il vantaggio competitivo, di non renderla gratuitamente accessibile a tutti. La pubblicazione su GooglePlay, dovuta per il bando di LazioInnova entro il 31 ottobre 2015, avviene sullo store Google in modalità condizionata di accesso così da poter controllare chi accede all'uso della app () il 29 ottobre come documentato dai log di Google.

Come pensate che la burocrazia di LazioInnova abbia interpretato questa situazione? Nel modo burocraticamente più ottuso negando il diritto al contributo a Jacoella e alla società tutor che con lui ha investito perché secondo loro la app non è stata mai pubblicata. Se il pil non cresce non prendetevela con i politici perché la responsabilità oggi è tutta dei super burocrati che guardano solo alla forma e mai alla sostanza.

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