Bossi e Maroni contro Salvini. La lunga estate calda della Lega

Categoria: Italia

Così il Carroccio ha perso appeal. Matteo Salvini "ha ritardato troppo a fare delle scelte.

Affaritaliani 6.8.2016

Matteo Salvini "ha ritardato troppo a fare delle scelte. Alle ultime Amministrative ha puntato su Roma come porta verso il Sud: se avesse preso voti, si sarebbe potuto proporre come premier". Chi ha pronunciato queste parole che di fatto stroncano ogni ambizione del segretario della Lega di andare a Palazzo Chigi al posto di Renzi? Berlusconi? La Meloni? Fitto? Niente affatto. Sono affermazioni di Umberto Bossi. Proprio lui, il fondatore del Carroccio, che apre a Stefano Parisi, tarpa le ali del giovane leader leghista. E in effetti Salvini è in difficoltà. Dopo aver portato l'ex movimento padano (ormai è italiano al 100%) dal 3 al 15-16% nei sondaggi è ridisceso intorno al 12-13% e, secondo alcuni istituti demoscopici, ha subito il contro-sorpasso da parte di Forza Italia. Politicamente il segretario della Lega insiste quasi unicamente sul tema dell'immigrazione clandestina, che certamente è un'emergenza innegabile, ma probabilmente non consente al Carroccio di andare oltre queste percentuali.

 I 5 Stelle appaiono sempre più come il vero partito anti-Renzi e anti-Pd e alle ultime Comunali la strategia di Salvini si è rivelata fallimentare. I leghisti hanno votato Appendino a Torino e Raggi a Roma ma i grillini non hanno votato Parisi a Milano e Borgonzoni a Bologna. Le parole di Bossi lasciano intendere che forse non tutta la Lega è così coesa dietro al suo segretario. Certamente Giancarlo Giorgetti, mente di Via Bellerio, è al fianco del leader (come hanno dimostrato le sue parole a Milano Marittima), ma Roberto Maroni, che governa la Lombardia anche con l'Ncd di Alfano, si muove sempre più in autonomia rispetto a Salvini. E anche Luca Zaia, presidente del Veneto, non sembra poi così convinto dello sbarco a Roma e al Sud (deludente visti i risultati) e dell'abbandono della linea federalista (in Veneto ancora si parla del referendum sull'indipendenza modello Catalogna o Scozia). Infine la possibile nuova alleanza con Berlusconi, dopo la quasi pace scoppiata con il vertice ad Arcore, porta con sé tutte le contraddizioni di un accordo con Forza Italia che sta nel Ppe della Merkel e che, almeno a Strasburgo, è la nemica numero uno del Carroccio. Un po' come se la Le Pen, alleata di Salvini, si presentasse alle elezioni con Sarkozy. Impensabile. Insomma, è un'estate calda anche per la Lega e Salvini dovrà rapidamente mettere a posto alcuni punti della sua strategia politica se non vuole rischiare di scendere ulteriormente nei sondaggi con altre voce "fuori dal coro" come quelle pesanti di Bossi e Maroni.

Categoria Italia