“Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!”, dice il vescovo di Rieti

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Tanto veemente, il Monsignore, quanto insufficiente. Dunque non c’è caso, non c’è fortuna, non c’è sorte, c’è solo la mano malvagia dell’uomo

I militari con in spalla la bara di una delle vittime del terremoto (foto LaPresse)

di Mario Sechi | 31 Agosto 2016 ore 09:42

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Ha parlato il vescovo. L’ordine d’apparizione ora è completo. Tutte le parti in commedia sono salite sul palcoscenico del terremoto. Sua Eccellenza Monsignor Domenico Pompili deve averci pensato a lungo, a quella frase, avrà immaginato gli applausi, l’acme dell’omelia funebre: “Il terremoto non uccide. Uccidono le opere dell’uomo!”. Poteva pregare e officiare, il Monsignore, invece s’è fatto rapire dalla tentazione di raccontare il mito della “natura buona” e dell’uomo cattivo, del creato che non offende e si difende dall’azione dell’essere umano, una storia arcadica rotta dall’invasione barbarica delle “opere dell’uomo”. Il tono grave, la piazza di Amatrice colma di dolore, lo scenario di un sussulto biblico. A Sua Eccellenza il vescovo di Rieti deve essere apparsa la visione celeste di Jean-Jacques Rosseau che gli parlava del mito del ritorno alla natura.

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 Dunque non c’è caso, non c’è fortuna, non c’è sorte, c’è solo la mano malvagia dell’uomo.

Così il racconto del religioso viene travolto dal suo primitivismo che finisce per rivoltarsi in determinismo. Niente fato, solo il fatto. Che si risolve in contrappasso dantesco.

Ad Accumoli il campanile della chiesa è crollato su una casa, un’intera famiglia è stata distrutta: marito e moglie poco più che trentenni e due figli. Travolti dalle macerie, Andrea e Gabriella sono morti abbracciati, vicino ad Andrea e Riccardo, 8 anni e 8 mesi. L’abitazione faceva parte di una schiera di case che ha resistito al sisma, tranne quella della famiglia Tuccio, colpita dal collasso del campanile. Se non c’è fato, se il terremoto è naturalmente buono, se la morte è il progresso, se il lutto è la civilizzazione, allora… c’è stata incuria della Curia?

I titoli dei giornali registrano la scossa retorica del vescovo: “Sisma, l’atto d’accusa del vescovo” (Corriere della Sera); “Il killer è l’uomo non il sisma”, l’accusa del vescovo ai funerali (Repubblica). Impaginano l’immancabile inchiestona: “Sisma, sequestri a tappeto” (Carlino-Nazione-Giorno); “I fondi spariti della ricostruzione” (La Stampa); “Svaniti in consulenze i fondi del terremoto” (Secolo XIX).

Siamo al capitolo dell’azione delle procure che svetta nel surreale, chiosato da un titolo del Giornale: “Indagano anche i morti”. Tutti dentro, vivi e morti. Nessuna salvezza, è il terremoto italiano.

Categoria Italia

Commenti

Giorgio Coen • 2 ore fa

Rav Laras ha detto a proposito del terremoto:

La fede non dà risposte e, in sé, non è una risposta. La non-fede, pertanto, può essere risposta legittima. Il credente è sospeso tra l’esperienza dell’assenza di Dio e del Suo silenzio, comune a tutti, e l’interiore convincimento, non sempre condiviso, che, nonostante l’orrore, Dio sia misteriosamente vicino, partecipe del suo soffrire. In caso di devastazione e prostrazione, le rampogne a Dio e la bestemmia, benché estreme, sono risposte religiose autentiche, che esprimono la fede anziché negarla (Abramo e Giobbe).

Quando, nella Genesi, Dio giudicò buoni o molto buoni gli elementi creati, dobbiamo ricordarci che sono tali nella Sua prospettiva, e non necessariamente nella nostra. Noi esperiamo la natura per come la definì Leopardi: muta e incurante, madre e matrigna. La durezza del reale dovrebbe mettere in guardia teologi melensi e ambientalisti ideologici.

Quando la terra trema e miete vittime, diventa chiaro l’esigente comando divino di dominarla e soggiogarla (Genesi I, 26-28). L’orografia dell’Italia ci obbliga a prendere sul serio questo imperativo e a nutrire stima e fiducia per gli scienziati che cercano di rendere più sicura, pur con difficoltà e limiti, la nostra esistenza a contatto con le forze naturali. Lo scienziato moderno, creativo rappresentante del Creatore, cerca di controllare e manipolare l’esistente, più in ossequio che in trasgressione al precetto divino. Le voci di queste persone -Cassandre inascoltate dalla politica- sono quelle da assumere per il presente e il futuro del Paese.

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Roberto Fedi • 2 ore fa

Questo signore mi è sembrato un poveretto, portato a una responsabilità molto più grande di lui. E poi perché dovrebbe dire cose sublimi? Perché tutti lì a pendere dalle labbra di questo ometto? Perché dare tanta importanza a uno che non sa, visibilmente, quello che dice, e non ha alcun riferimento culturale? Ah già: siamo negli anni di Bergoglio...

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bobcar • 3 ore fa

Ma di che vogliamo parlare? in Giappone terremoti molto più forti fanno zero vittime. Di chi è la colpa secondo voi?

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GAETANO TURSI • 3 ore fa

“Benedetti coloro che non hanno nulla da dire e che non si lasciano convincere a dirlo” (James Russell Lowell).

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Tamara Merisi • 3 ore fa

Scusate se mi permetto, ma mi sento di dire: questo articolo e' un po' sciatto, sembra scritto prendendo spunto da titolame vario altrui a posteriori, senza considerazione sufficiente per le fonti, cioe' il testo integrale della (brevissima) omelia del Pompili.

Il quale si e' limitato, secondo me, ad offrire spunto, biblico, per fare chiarezza nel nostro liguaggio quotidiano, che sgarbato sgangherato e approssimativo com'e' ci crea confusione morale, e li' ulteriore dolorosa perdita di consolazione, cioe' l'opposto di quel di cui c'e' bisogno nel lutto.

Quel che mi porto a casa io, dell'omelia, e' questo:

Dio non uccide. L"uccisione" e' opera (atto) dell'uomo.

Dio e' Vita.

La morte "naturale", fisica, in cui si incorre (tutti) su questa terra e' altra cosa dall'uccidere.

Non e' questione di poco conto per un Cristiano, anche se pare di una banalita' esagerata.

Se nel terremoto a cascarmi in testa spedendomi all'altro mondo (non un posto qualsiasi) fosse stato un tronco di quercia anziche' il tetto di casa, il discorso di Pompili sarebbe stato altrettanto valido.

Percio' i terremoti della terra vanno accettati e non sciacallati, e devono servire da occasioni per aumentare la nostra vera umanita' (quindi la nostra vicinanza a Dio che proprio in essa ci aspetta e consola) che non e' fatta di promesse e vendette e inchieste, ma di serio impegno per ricostruire, custodirci, e progredire (quando mai Pompili ha accusato il progresso?)

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massimo costantini  Tamara Merisi • 2 ore fa

Cara Tamara, se il Pastore, nelle sue intenzioni, avesse voluto fare chiarezza non

c'è riuscito, anzi ancora più confusione o peggio, cioè ha accusato gli uomini di omi-

cidio e questo in relazione al terremoto è, al minimo "fastidioso": quando non sei

BXVI non allargarti troppo.

L'esempio dell'"albero": è un non senso, la natura fa disastri, anche nel caso che

riporti addirittura con una probabilità prossima allo zero, quindi a maggior ragione

la natura "involontariamente" uccide anche in condizioni sfigatissime.

Tutti, da sempre anche i dinosauri hanno accettato i terremoti, per il semplice fatto

che nessun animale o umano può impedirlo: che vadano accettati ok ma solo perchè non possiamo evitarli; ne faremmo volentieri a meno (qualcuno si era creato il cilicio come vicinanza a Dio, sarebbe un errore fare lo stesso con il terremoto); il progresso è un concetto umano e serve all'uomo per vivere meglio dai tempi delle caverne:

non sempre ci riesce ma ci prova.

Che Dio non uccida, credente o meno, è una banalità: siamo tutti d'accordo . "Quel

che mi porto a casa io è..": Tamara, ognuno di noi si porta a casa ciò di cui è più convinto, fà parte del nostro sentire, fede, visione del mondo, esperienze: ma non sentiamo tutti allo stesso modo (per fortuna).

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massimo costantini • 4 ore fa

Anche i preti sbagliano, a volte anche sull'altare: torniamo a vivere nelle caverne di pietra

o nella savana. Gli uomini, come il sisma della terra sono natura e in un modo o nell'altro

volontariamente o meno "sbagliano": creano disastri. Nel caso specifico l'importante, per il futuro, meno morti: ciò con più intelligenza e a ognuno il suo mestiere: meno prediche e

più preghiere.

Una battuta: chi glielo avrebbe detto ai dinosauri che ucciderà l'uomo e mai la natura. Per

loro un anticipo di Hiroshima Natural.

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Marco Ullasci • 4 ore fa

In effetti se l'uomo lì non avesse costruito quel terremoto lì morti non ne avrebbe fatti, giusto?

Quindi se ne deduce che alla fin fine è colpa dell'uomo se non altro perché si trova al posto sbagliato al momento sbagliato.

Indubbiamente avrebbe fatto meglio a pregare per la pace dell'anima dei defunti anziché dedicarsi a svalutare il sesto giorno della creazione a favore dei primi cinque.

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bobcar  Marco Ullasci • 3 ore fa

no, è colpa dell'uomo perché sarebbe stato sufficiente costruire correttamente (come in Giappone) e non sarebbe successo nulla.

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silvano de lazzari  bobcar • 2 ore fa

Hai presente Amatrice? Hai visto le case? Sarebbero cadute anche in seguito a una folata di vento. La dinamica ci spiega che le case, accatastate le une sulle altre, alcune addirittura di 4 piani, sono cadute a partire da quelle sulla sommità e, con effetto domino, sono franate su quelle sottostanti, facendole franare a loro volta. Però, ho anche letto che qualche geologo sostiene che gli antichi sapessero costruire con saggezza...

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guido valota • 4 ore fa

Ci sarà pure una relazione tra l'ignoranza delle nuove generazioni certificata dai test Invalsi, l'analfabetismo di ritorno di quelle precedenti certificato dall'italiano in voga sui forum dei grandi quotidiani, per portare un solo esempio, e il cattoperonismo sguaiato inaugurato da questa Chiesa.

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silvano de lazzari • 4 ore fa

Certo, il terremoto non uccide. Se sei in mezzo al deserto...Se anche i vescovi cedono alla sirena del populismo... Ma forse quei vescovi sono solo in sintonia con i loro popoli: in certe aree del paese, soprattutto sud, ma anche centro, il vittimismo è la regola. E anche una certa incapacità nel sapere fare i conti con la realtà. La città è antica, le case sono costruite alla meno peggio? E' ovvio che un terremoto, forte ma non fortissimo, provochi danni, ma soprattutto morti. E' una conseguenza prevedibilissima. Che si sarebbe dovuto fare? Trasferire tutti gli abitanti di Amatrice, in attesa della messa in sicurezza della città? Del senno di poi...

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Giovanni • 4 ore fa

La cattiva chiesa? Più che altro un populismo ignorante e ormai strisciante ovverosia generalizzato che sta infettando la nostra società a tutti i livelli. Per carità, c'è sempre stato. Cronisti e storici ce ne rendono conto già a partire dalla Grecia classica e probabilmente era presente ancor prima ma non c'era internet e Facebook e Twitter a quei tempi per cui il danno era quasi sempre limitato. Poi ci sono i professionisti del populismo, quelli che hanno un piano preciso e forse sono stati istruiti allo scopo di eccitare gli animi e lo scontento. Una volta si chiamavano "agit prop". Negli ultimi mesi specialmente nel sud Italia da ciò che mi si dice girano degli individui che entrano in un negozio, in un bar, dal pescivendolo o il salumiere, sono affabili si rendono immediatamente simpatici agli avventori presenti e poi con qualche battuta azzeccata iniziano il loro lavoro di critica, di demolizione di tutto e di più. E naturalmente in questo periodo il bersaglio principale è uno e uno solo: Renzi e il suo governo. Si inventano cifre, dati e fatti completamente sballati ma purtroppo spesso ottengono il loro scopo: quello di suscitare nella gente una sensazione di sconfitta che si trasforma in rabbia e animosità. Non faccio ipotesi su chi siano i mandanti di costoro... ma una ideuzza ce l'ho.

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roberto  Giovanni • 2 ore fa

Non solo al Sud, signor Giovanni....ma non voglio concedere qualcosa alla dietrologia, anche se, come lei, una certa idea me la sono fatta sui ......mandanti.

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maurizio guerrini • 4 ore fa

Di grazia, caro Sechi ci dica allora dove altro individuare le cause della disgrazia e dove indirizzare la ricerca dei rimedi.

Attribuire poi al vescovo la presunzione di bontà nel mito del buon selvaggio e attribuirgli intenti giustizialisti....mi fa pensare che lo studio della religione non sia mai stato il suo punto forte.

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Ennio Cortuso • 4 ore fa

Monsignore e' politicamente corretto, non si puo' dire che la natura spesso e' matrigna e qualche volta pure zoccola, la natura e' buona per definizione.

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Gianni Rapetti • 4 ore fa

La chiesa che piace, quella che liscia il pelo al pol corr e a tutte le "mode" del momento.