Il Pd disegna il nuovo Italicum. Tornano coalizioni e collegi

Categoria: Italia

Resta il ballottaggio. Bersani: io per il momento voto no al Referendum

13/09/2016 CARLO BERTINI ROMA, LA STAMPA

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Ancora non è scritta nero su bianco, ma nel giro stretto del premier qualcuno sa bene quale sarà il coniglio dal cilindro.

La novità di queste ore è che la base di partenza per provare a modificare l’Italicum è stata già decisa e con il solito latino maccheronico potrebbe essere definita «il Milanellum».

Tecnicamente poggia su un mix di cambiamenti, su due pilastri: il premio alle coalizioni e il moltiplicarsi dei collegi per avvicinare il rapporto eletto-elettore con sfide uno contro uno in 600 collegi come il sistema cosiddetto «provincellum». Salvando il ballottaggio a tutti i costi.

Politicamente si poggia su una convinzione: una volta superato vittoriosamente il referendum, sarà difficile per Ncd, sinistra Pd e Sel dire no a una legge simile.

I contorni dunque si vanno chiarendo e se fino a ieri il fumo circondava le stanze del Nazareno, oggi si comincia a capire pure quale sarà il percorso sulla legge elettorale. E quale sarà la «proposta» che il Pd andrà a esporre ai vari partiti, ben sapendo di ricevere picche in risposta e che prima del referendum non se ne farà nulla. Dopo sarà tutta un’altra storia. 

Allora, nei prossimi giorni i Dem - ancora non è stato deciso se a livello di vicesegretari o capigruppo o entrambi i ruoli - apriranno un’iniziativa informale di ricognizione con gli altri partiti.

Ma si aspetterà comunque il giudizio della Consulta. Magari la Corte rinvierà tutto - ragionano i big- perchè c’è troppa pressione, magari no. Comunque sia, a parte la Corte, già si mette in conto che Forza italia dirà ”noi prima del referendum non facciamo niente”, che ai 5stelle non interessa cambiare l’Italicum e che i compagni della sinistra vogliono il Mattarellum. «Ma voglio vedere come loro e anche Sel fanno a rifiutare una proposta del genere che esalta il modello Milano», dice uno dei pezzi grossi che siede alla destra del capo. A referendum vinto, Renzi potrebbe trovarsi di fronte all’opportunità di provare a «scegliersi» l’avversario alle politiche: poiché dando il premio alle coalizioni aumenterebbe le chances del centrodestra di arrivare al ballottaggio battendo in corsa i cinque stelle. 

Ieri il vicesegretario Guerini ha fatto capire come si procederà più o meno in questi termini: il Pd è disponibile e sa che senza la forza dei suoi numeri non si fa nulla; posto che l’Italicum è una buona legge, piena disponibilità a trovare soluzioni, ad una condizione: di certo leggi elettorali che hanno grandi coalizioni come approdo non potranno vederci disponibili. Tradotto, al netto di cosa deciderà la Consulta sulle multi-candidature o sul ballottaggio dell’Italicum, niente sistemi a turno unico o proporzionali. Quindi si proverà a lavorare ad un premio di coalizione ed eventualmente ad ampliare i collegi da 100 ai 600 del provincellum sempre con ballottaggio. Ma è chiaro che sono solo i preliminari ed è tutto da vedere. E intanto Bersani dopo aver criticato Renzi per il «dileggio» contro D’Alema - si mette di traverso. «Attendiamo i fatti, ma se si votasse domani voterei no», dice. «Per un’apertura reale dicano che aver messo la fiducia sull’Italicum è stato sbagliato».

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Fiore.

Tira e molla la legge elettorale non è mai “UNA” ma ubbidisce a interessi del partito che vuole vincere e comanda in un certo momento.  Battaglia fra chi vuole i voti della sinistra e chi della destra. Bersani in doce attesa di eventi che lo reintroducano fra i “comandanti” si accontenterebbe di un riconoscimento casalingo “ dite che avete sbagliato”. E così avanti nella confusione sperando in Amato alla Corte cotituzionale e al rinvio della decisione. Poi è per il NI, ora