Referendum, Renzi: o vado avanti io o si va alle urne. Scontro con Mattarella

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Referendum, vince il No? Mattarella lavora al governo tecnico. Insight

Di Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)Affaritaliani 23.11.2016

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Tensione alle stelle tra Palazzo Chigi e il Quirinale a pochi giorni dal referendum costituzionale del 4 dicembre. Matteo Renzi è stato chiarissimo con i suoi più stretti collaboratori: se vince il No o vado avanti io o si torna alle urne, subito. Stop quindi dal premier a qualsiasi ipotesi di governo tecnico o di larghe intese. Ma il Presidente - come spiegano ad Affaritaliani.it fonti qualificate - la pensa diversamente.

Sul colle più alto della Capitale già si lavora a diversi scenari post-referendum e sono tre i nomi presi in considerazione per guidare un esecutivo di transizione (il quarto non eletto direttamente dai cittadini): Pier Carlo Padoan, Carlo Calenda e Pietro Grasso. Il timore del Capo dello Stato è che se dovesse vincere il No Renzi non possa andare avanti "ostaggio" dei centristi di Verdini e Alfano e della minoranza dem, decisiva a Palazzo Madama.

Ma il Quirinale non sembra intenzionato a sciogliere le Camere rapidamente, nemmeno qualora il Parlamento trovasse in tempi stretti un'intesa per modificare la legge elettorale e renderla valida anche per il Senato. Il timore è sempre lo stesso ovvero le tensioni sui mercati finanziari e in particolare sul temutissimo spread. Non solo. Pare che da Bruxelles (Commissione Ue) e da Francoforte (Bce) siano arrivati segnali contrari alle elezioni politiche all'inizio del 2017.

In caso di successo del No, Renzi farebbe certamente un passaggio al Quirinale e in quella sede si valuterà la situazione. Tornare alle Camere per cercare un nuovo voto di fiducia non metterebbe al riparo il governo attuale dall'essere costantemente sotto tiro di centristi e sinistra Pd, ragionano al Colle. I

l premier e segretario dem, però, farà di tutto per mettere in chiaro che in Aula il suo partito non darà i voti ad un altro presidente del Consiglio, nemmeno se targato Partito Democratico. Ed ecco che al di là delle liti 5 Stelle-Renzi ormai quotidiane e palesi ci sono altre tensioni, sottotraccia, legate al referendum. E interessano direttamente i palazzi più importanti del potere romano.

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