La follia di una politica che combatte il grillismo con altro grillismo

Categoria: Italia

L’orrore del populismo bancario su Mps (con gogna). Per combattere Grillo bisogna essere più grillini di Grillo?

di Claudio Cerasa 15 Gennaio 2017 alle 06:00 Foglio

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Inseguirlo o combatterlo? Ci si può girare attorno quanto si vuole, ma alla fine ogni discussione relativa ai giusti antidoti da adottare contro la diffusione del virus grillino non può che cominciare da questa domanda di partenza. Proviamo a esplicitarla meglio: il grillismo si disinnesca sottraendo ai Cinque stelle le loro armi (e scendendo dunque sul loro stesso terreno) o lo si combatte utilizzando una forza uguale e contraria finalizzata a smascherare la truffa del grillismo attraverso l’uso del linguaggio della verità e non della post verità? E quindi: inseguirlo o combatterlo? Sul Corriere della Sera di ieri, Aldo Cazzullo, nella sua rubrica delle lettere, che promette di darci soddisfazioni, dà voce a una tesi che nelle ultime settimane ha trovato molto spazio sui giornali: il grillismo si può contrastare solo togliendo ai grillini le loro armi di propaganda. “In questo clima di sfiducia reciproca, livore, rancore, aggravato dalla recessione, inasprito dallo sfogatoio della Rete, Grillo – scrive Cazzullo – ha prosperato. I partiti hanno fatto il resto, restando sordi e ciechi: se ad esempio avessero votato il dimezzamento delle indennità proposto da Grillo, gli avrebbero tolto una formidabile arma di propaganda”.

La tesi di Cazzullo, già sostenitore della convincente tesi che Gianroberto Casaleggio abbia “contribuito a cambiare la storia d’Italia”, prevede dunque che il grillismo non sia da combattere ma sia sostanzialmente da accettare. E il problema non è che lo dica l’editorialista di punta del Corriere della Sera (giornale che quest’anno festeggia i dieci anni della sua battaglia contro la casta nello stesso anno in cui Grillo festeggia i dieci anni del suo primo Vaffanculo day contro la casta).

Il problema è che ultimamente il metodo “Rubare A Grillo le Armi della sua Propaganda” (RAGAP) è stato adottato con insistenza anche dal mondo della politica. Il caso di scuola più clamoroso e più inquietante riguarda lo spettacolo osceno offerto dal Parlamento nella partita del salvataggio di Mps. Il linguaggio della verità, l’unico con il quale a nostro modestissimo avviso è possibile seppellire il cialtronismo delle post verità grilline, avrebbe previsto di dire le cose come stanno senza girarci attorno: il sistema bancario, nonostante sia il bersaglio preferito di tutti i partiti populisti del mondo, costituisce la spina dorsale di un paese industrializzato e se un tassello del sistema bancario entra in una sofferenza tale da mettere a rischio la tenuta dell’intero sistema o si decide di rinunciare al sistema capitalistico adattando il nostro paese al modello di vita della Tanzania o la politica deve attrezzarsi con responsabilità a chiudere quella faglia.

In Italia si è scelto di non entrare in modalità Tanzania ma la decisione sacrosanta di nazionalizzare Mps è stata accompagnata da una doppia decisione tipica del RAGAP. Nazionalizzazioni sì ma a condizione di creare (a) una lista di proscrizione dei debitori di Mps (per la fucilazione c’è ancora tempo) e (b) un’inchiesta parlamentare sulle banche che creerà un’inutile sovrapposizione con la magistratura, che non arriverà a conclusione prima della fine della legislatura, che sottrarrà ai parlamentari tempo per fare cose più importanti ma che aiuterà gli stessi parlamentari a dare un pasto caldo all’affamato popolo anti casta.

Il tutto, ovviamente, senza capire un piccolo dettaglio: la bestia feroce che viene soddisfatta – roar – non è una bestia destinata a calmarsi ma è una bestia destinata a diventare sempre più grande – super roar – e dunque sempre più feroce e sempre più golosa. Per combattere Grillo bisogna essere più grillini di Grillo? La risposta è sì, se si considera il grillismo una grande e inevitabile rivoluzione politica che sta cambiando la storia d’Italia. La risposta è no se si considera il grillismo una bufala che deve essere combattuta non utilizzando le armi della sua propaganda ma mettendo in campo una forza politica uguale e contraria. La politica della post verità non la si contrasta con un’altra post verità ma la si limita con il linguaggio crudo della verità. Le banche servono. La finanza aiuta i paesi a crescere. Dove non c’è finanza non c’è ricchezza. E se non vi piace sapete qual è l’alternativa. Roar.

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Commenti

Caro Cerasa, magari Cazzullo proporra' ai giornalisti del Corriere di ridurre della metà' il loro stipendio e di devolverlo ai terremotati. Il giornale potrebbe aumentare le copie vendute. RAGAP e' un grosso guaio, i grillini sono un grosso guaio, i loro elettori il guaio maggiore. Lode al Cav se si affranchera' dalla destra lepenista e consentira' alla grande coalizione di venire alla luce.

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Rispondialbertoxmura

14 Gennaio 2017 - 22:10

D'accordo. Non bisogna fare della demagogia e Grillo ne fa tanta. E' anche vero che il sistema bancario non può essere lasciato andare in malora superficialmente. Tuttavia, bisogna non bisogna dimenticarsi che le banche sono state usate per decenni come serbatoi al servizio delle clientele politiche e che qualche responsabilità nella crisi del sistema bancario italiano ci sarà pure. E, affinché quel che è avvenuto non si ripeta, qualcuno dovrà pur risponderne.

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Rispondiguido.valota

14 Gennaio 2017 - 17:05

Oscar Wilde disse 'mai discutere con un cretino: ti trascina al suo livello e poi ti batte con l'esperienza'. Ecco, a parte che qui si tratta di cretini di specie diverse, che cosa pensano? Di disinnescare il fiuto animalesco che un vero uomo di teatro, come lo erano a loro modo anche i più popolari dittatori del 900, possiede e utilizza per coinvolgere il suo pubblico? Ma se non riescono neppure a usare Twitter in modo meno che patetico!

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Rispondifederico.padrono

14 Gennaio 2017 - 16:04

Beh dai cerasa , un poco di Tanzania l'abbiamo già in casa ( vedi Firenze oggi). Io condivido tutto sulle banche , ma per il coraggio che dice Lei, si dovrebbe avere avuto una classe politica meno collusa coi numerosi fallimenti imprenditoriali di aziende municipalizzate, statali o strategiche che , da decenni , fatalmente, paga sempre pantalone . Alessandra