O la nazione distrugge il debito o viceversa

Categoria: Italia

Il debito pubblico italiano si è stabilizzato, ha smesso di crescere e non potrà star fermo per molto tempo, scenderà rapidamente» (25.5.2016).

 di Marco Bertoncini Italia Oggi 8.2.2017

Dichiarazione del ministro Pier Carlo Padoan: «Le vicende di questi ultimi giorni ci ricordano in modo sgarbato come un Paese ad alto debito non possa non occuparsi della sua discesa» (7.2.2017). Dichiarazione del ministro Pier Carlo Padoan: «Il debito pubblico italiano si è stabilizzato, ha smesso di crescere e non potrà star fermo per molto tempo, scenderà rapidamente» (25.5.2016).

Ovviamente si potrebbero citare affermazioni, sia del ministro sia dei presidenti del consiglio che si sono succeduti, tutte protese a circoscrivere, ridimensionare, perfino ignorare l'esistenza del debito. Oggi il titolare dell'Economia parla di «alto debito»: peccato che a non occuparsi della discesa sia stato anche e soprattutto lui. Da anni il debito pubblico cresce: si può ricordare come David Hume ammonisse che o la nazione distrugge il debito pubblico o il debito pubblico distrugge la nazione.

Riflettere un istante sulla possibilità che i mercati ritengano il nostro Paese incapace di saldare il proprio ciclopico debito sarebbe il minimo. Viceversa, ce la si prende perfino col «modo sgarbato» delle reazioni esterne a una situazione creata nel corso dei decenni dai governi di ogni colore, che hanno costantemente scelto la strada dell'indebitamento. Che cos'è la flessibilità, per la quale Renzi&Padoan hanno versato lacrime europee in continuazione, se non un incremento del debito pubblico?

Da anni su queste pagine s'insiste su una pregiudiziale: per riprendersi, bisogna tagliare il debito pubblico. Sapete, invece, a che cosa pensano nel ministero di Padoan? A incrementare le accise, a ritoccare l'Iva, secondo tecniche tradizionali della prima repubblica. Insomma: anziché tagliare spesa e debito, si tassa di più.

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